mercoledì,Aprile 24 2024

L’INTERVENTO | «Vibo e frazioni abbandonate tra degrado e promesse disattese»

Gli esponenti del Partito democratico Danilo Tucci e Francesco Pacilè puntano l’indice contro l’amministrazione comunale e rilanciano il monito per la riconversione dell’area industriale di Vibo Marina

L’INTERVENTO | «Vibo e frazioni abbandonate tra degrado e promesse disattese»

Sono passati due anni da quando l’attuale amministrazione di centrodestra si è insediata alla guida del Comune di Vibo Valentia. Questo periodo di tempo, dal nostro punto di vista, non può definirsi assolutamente soddisfacente. La città versa in un completo stato di abbandono, e quello che in altre parti d’Italia è l’ordinario, qua da noi sembra essere lo straordinario e l’eccezionale.

Se andiamo poi a vedere le condizioni in cui versano le frazioni costiere la situazione diventa ancor più drammatica. È in inutile negarlo: le promesse utopistiche e altisonanti fatte durante la campagna elettorale dall’attuale sindaco Elio Costa sono state completamente disattese. Là dove (quartiere “Pennello”) doveva sorgere un acquario finanziato con un project financing, oggi continua a sorgere l’incuria e l’approssimazione. Il sindaco, forte di un mandato elettorale schiacciante soprattutto nelle frazioni di Vibo Marina, Bivona e Porto Salvo, avrebbe dovuto dare risposte che ad oggi purtroppo tardano ad arrivare.

Quali sono i progetti che l’attuale amministrazione ha per la frazioni costiere? Dove intende reperire le risorse necessarie ad attuare questi progetti? Come intende far uscire questa comunità da uno stato di degrado ormai diffuso? Nei giorni scorsi il consiglio comunale ha avuto modo di discutere sull’annosa questione dell’ormai ex sito Italcementi. La discussione si è conclusa ovviamente con un nulla di fatto, perdendo per l’ennesima volta una buona occasione per trovare soluzioni al degrado in cui versano Vibo Marina, Bivona e Porto Salvo.

L’Italcementi però, dal nostro punto di vista, è soltanto la punta di un iceberg più grande e più profondo. Là dove sorgevano anni addietro poli industriali, oggi sorgono baracconi dismessi in un completo stato di abbandono. Negli anni il nostro Comune ha subito un vero e proprio processo di deindustrializzazione, che ha provocato non solo la perdita di numerosi posti di lavoro, ma anche la creazione di archeologici ecomostri post-industriali. Imprese (a volte statali) che per decenni hanno sfruttato un territorio ad un certo punto hanno deciso di abbandonare la nostra realtà, senza neanche avere il garbo di bonificare.

Il passato però è passato, e per ovvie ragioni non può diventare presente. Detto ciò la domanda è d’obbligo: quali prospettive l’attuale Sindaco propone per il rilancio del territorio ormai post-industriale di Vibo Marina e Porto Salvo? Dal nostro umile punto di vista l’unica soluzione percorribile è quella di una bonifica totale di tutti i siti industriali dismessi. Per fare questo, consapevoli della necessità di immani somme di denaro, bisogna necessariamente intraprendere tutte le strade percorribili. Bisogna testare sia l’opzione pubblica (quindi un intervento da parte della Regione e dello Stato) che quella privata, nella consapevolezza che la maggior parte dei terreni dove sono situati gli ecomostri post-industriali sono di proprietà di quelle imprese che dal nostro territorio se la sono data a gambe levate. La soluzione è dunque politica, e richiede una progettualità che allo stato degli atti nessuno vede e nessuno conosce.

Per costruire un sistema economico-sociale completamente nuovo bisogna prima abbattere quello precedente (che nel nostro caso è già in fase di decomposizione), il che significa, in parole povere, riportare questi luoghi allo stato in cui erano prima che fosse messa in atto una industrializzazione scriteriata e priva di lungimiranza. Le opzioni una volta fatto ciò sono tante. Si potrebbe pensare ad un riconversione turistica, alla creazione di un polo agroalimentare che valorizzi i prodotti del nostro territorio, oppure ad un riconversione industriale fatta con criterio e sicuramente ecosostenibile (centrali a biogas, centri di riciclo dei rifiuti ecc.). Personalmente noi siamo maggiormente propensi per l’opzione turistica, visto e considerata la conformazione del territorio, e le enormi potenzialità che esso potrebbe esprimere.

Tuttavia siamo dell’idea che un processo del genere non debba essere stabilito dall’alto, ma debba vedere una diretta partecipazione delle popolazioni interessate. Prendendo dunque spunto da quanto già proposto al penultimo consiglio comunale dal capogruppo del Partito democratico, Giovanni Russo, crediamo anche noi necessaria una grande consultazione popolare dove chiedere ai cittadini di Vibo Marina, Bivona e Porto Salvo quale futuro desiderano per la propria comunità. Tutto ciò dovrà essere dal nostro punto di vista preceduto da un grande dibattito pubblico (sul modello dell’istituto francese del débat public) di almeno quattro mesi, dove coinvolgendo comuni cittadini, partiti politici, imprenditori, commercianti, ordini professionali, sindacati e associazioni di categoria, si possa arrivare a delle proposte concrete, fattibili ed economicamente sostenibili e garantite da sottoporre infine a referendum consultivo.

Solo coinvolgendo dal basso le popolazioni interessate si potrà arrivare ad una soluzione condivisa e democraticamente legittima. Bisogna avere lungimiranza e progetti sul lungo periodo, ma bisogna soprattutto dare risposte, risposte che ahinoi tardano ad arrivare e che non fanno altro che fomentare disillusione verso la politica. E’ arrivato il tempo che la politica e le classi dirigenti vibonesi elaborino, attraverso il confronto, un grande progetto per Vibo Marina, Bivona e Porto, cosa che ad oggi purtroppo ancora non esiste.

*Iscritti al Partito democratico di Vibo Valentia

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