venerdì,Aprile 19 2024

IL COMMENTO | La compensazione ambientale deve avere carattere continuativo

Dopo la “scoperta” di un contributo regionale inutilizzato da undici anni a titolo di ristoro per i danni subiti dai mezzi diretti ai depositi costieri, è utile porsi più di un interrogativo dal momento che la vicenda presenta molti elementi di difficile interpretazione

IL COMMENTO | La compensazione ambientale deve avere carattere continuativo

Dopo aver tributato un meritato “chapeau” all’assessore Lombardo per il suo certosino lavoro che ha consentito il recupero di un contributo di 180mila euro, inserito in una legge regionale del 2005 e poi dimenticato, è utile porsi più di un interrogativo dal momento che la vicenda presenta molti elementi di difficile interpretazione.

Il primo. Dopo undici anni, il finanziamento è ancora disponibile? E, in caso affermativo, sarà possibile rintracciarlo fra le macerie finanziarie dell’Ente provinciale vibonese, nelle cui casse, secondo quanto comunicato, è stato stranamente accreditato considerato che il destinatario dello stanziamento regionale era il Comune di Vibo Valentia?

Il secondo. Come mai, in tutti questi anni, nessun politico ne ha mai dato notizia, fosse anche per la ghiotta opportunità di accaparrarsene il merito? E ancora, com’è possibile che nessuno, neanche i revisori dei conti, si sia mai accorto di questa partita iscritta in bilancio dal lontano 2005?

Il terzo. Si è trattato di un contributo “una tantum” o esisteva la possibilità di reiterare la delibera negli anni successivi in maniera da trasformare il contributo in un flusso a carattere continuativo, considerato che le direttive europee n.35/2004 e n.12/2006, recepite dall’ordinamento italiano, stabiliscono che, in caso di danni all’ambiente, è prevista una compensazione a favore del territorio interessato, in base al principio “chi inquina paga”?

Vibo Marina, recuperato un finanziamento di 180mila euro per la riqualificazione urbana

A ben esaminare, infatti, il danno ambientale provocato dalla presenza dei depositi costieri di idrocarburi non riguarda sicuramente un solo anno, ma perdura da molti decenni per cui sarebbe giustificabile la trasformazione del contributo in uno stanziamento annuale e, anche in questo caso, la Regione non farebbe altro che procedere ad un ristorno, in piccolissima percentuale, degli ingenti flussi finanziari che ad essa vengono destinati dall’esazione delle accise sui carburanti rivenienti dai depositi costieri situati nel territorio della cittadina portuale.

Sono comunque domande che, qualunque sia la risposta, la dicono lunga sulla competenza e sull’impegno delle classi politiche che si sono succedute alla guida delle amministrazioni locali in tutti questi anni. Resta aperta, a questo punto, la possibilità di pretendere il riconoscimento, a favore del territorio costiero vibonese, di una parte di quanto incassato dalla Regione Calabria.

Sarebbe quindi opportuno che il Comune di Vibo, alla luce di quanto accaduto nel 2005 ed emerso solo adesso, si attivasse per inoltrare alla Regione, anche con riferimento alle direttive europee in materia, la richiesta di uno stanziamento periodico a titolo di compensazione ambientale per i danni subìti dal territorio costiero e che una parte dei ricavi provenienti dalle accise prodotte dal porto di Vibo Marina diventino appannaggio “ope legis” del territorio che le ha prodotte, sottolineando che alle accise viene infatti attribuita dalla normativa europea anche una finalità di tutela ambientale secondo la direttiva in materia di tassazione dei prodotti energetici n.96/2003.

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