sabato,Aprile 20 2024

Omicidio Musy, Furchì torna davanti ai giudici

L’ex presidente dell’associazione Magna Grecia Millennium, originario di Ricadi, è già stato condannato all’ergastolo in primo grado per l’omicidio del consigliere comunale Udc di Torino.

Omicidio Musy, Furchì torna davanti ai giudici

Si è aperto stamattina al Palagiustizia di Torino il processo d’appello nei confronti di Francesco Furchì, calabrese di Ricadi, nel Vibonese, che nel gennaio scorso è stato condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio del consigliere comunale Udc, Alberto Musy, ferito gravemente da un colpo di pistola il 21 marzo 2012 e morto dopo 19 mesi di coma. Furchì è difeso dagli avvocati Giancarlo Pittelli e Gaetano Pecorella, mentre l’accusa è sostenuta dal procuratore generale Marcello Maddalena. “Chiedo una perizia specifica che analizzi la mia camminata. Non si puo’ condannare una persona soltanto per un filmato” ha detto, rivolgendosi alla Corte d’Assise d’appello di Torino, lo stesso Furchi’. “Io cammino in modo diverso dall’uomo con il casco – ha aggiunto – e dal filmato si vede benissimo. Ho diritto a una nuova perizia, mi hanno condannato sulla base di due consulenze, quella del pm e quella della difesa, ma hanno creduto solo alla prima”. E ancora: “Bisogna cercare il colpevole, non un colpevole. Io non sono quella persona. Forse qualcuno si aspettava che mi impiccassi in carcere o facessi il pazzo, ma ho 52 anni e queste cose non le faccio. Non avevo nessun motivo per sparare a Musy: anche se con i suoi difetti, era una persona buona”. “Chiediamo che il nostro assistito sia sottoposto a due nuove perizie, una sulla camminata e una altra sulle misure antropometrichea” ha invece argomentato l’avvocato Enzo Galeota, uno dei legali di Francesco Furchi’, “La richiesta della difesa va respinta – ha risposto invece il procuratore generale Marcello Maddalena, che sostiene l’accusa – perche’ il risultato non sarebbe diverso da quello gia’ raggiunto. Ci sono elementi di variabilita’, ma destinati a restare tali perche’ non sono mai stati trovati ne’ il casco ne’ le scarpe”. E l’avvocato della famiglia Musy, Giampaolo Zancan: “Non mi opporrei ad accertamenti probatori se rivestissero una minima utilita’, ma non e’ questo il caso. Furchi’ ha fatto tutto il possibile per non farsi misurare. Le misurazioni servono per valutare delle compatibilita’, non per svelare identita’”. (Agi)

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