giovedì,Marzo 28 2024

No alla chiusura della Prefettura, per la Cgil è «una battaglia di dignità»

Il sindacato incita alla partecipazione di massa in occasione della manifestazione del 21 novembre prossimo.

No alla chiusura della Prefettura, per la Cgil è «una battaglia di dignità»

Piena condivisione e adesione alle motivazioni che il prossimo 21 novembre porteranno in piazza diverse espressioni associative, politiche e sindacali del Vibonese, per manifestare contro la soppressione della Prefettura, viene espressa in una nota dalla segreteria provinciale della Cgil.

Obiettivo dichiarato quello di «rilanciare il cruciale tema del lavoro sul nostro territorio, dentro un più ampio e rimotivato protagonismo sociale e politico. Quanto di più urgente bisogna fare oggi – insiste il sindacato -, per provare a saldare e salvare una situazione estremamente compromessa dagli effetti devastanti della crisi economica ed aggravata da un accanimento legislativo diretto a smantellare il sistema pubblico decentrato ed i livelli di sicurezza istituzionali».

Per il segretario provinciale della Cgil De Nardo il «territorio si sta cancellando per decreti e che finirà col perdere la sua entità ed ulteriori centinaia di posti di lavoro con la bozza di soppressione della Prefettura, Questura e del Comando VdF. Nessun’altra realtà sta subendo così pesantemente i costi della riorganizzazione dello Stato ed il contenimento della spesa pubblica, abbandonando il territorio vibonese senza un minimo di politiche e di investimenti economici e produttivi».

Non si può «più restare a guardare, fingendo un’apparente normalità e lasciando una condizione al ribasso sulla pelle di quanti stanno pagando, oltre la crisi, l’immobilismo politico e la rassegnazione sociale. Bisogna insistere senza indugi, superando le logiche contrapposte e le posizioni di schieramento, per convergere in una visione collettiva e solidale del territorio e della sua identità storica e culturale».

Ciò che è in ballo il 21 novembre è il «dovere di cittadini e di rappresentanze istituzionali» di dar vita «ad una grande prova di consapevolezza. Quella che il Santo Padre Francesco ci ha consegnato, nella storica giornata del 25 marzo, incitando a continuare sul nostro territorio la lotta per la dignità e la giustizia, in un accorato appello affinché si intervenga e non prevalga la logica del profitto e della sopraffazione criminale. Sarà solo la piazza e la sua perseverante protesta l’unica arma per difendere il nostro territorio, così come ha fatto nei secoli l’umanità intera per conquistare diritti e dignità».

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