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Rapina alle Poste di Pizzo: la mano della ‘ndrangheta di Lamezia dietro il colpo

Un 27enne vibonese avrebbe fatto da basista per l’azione criminale. La Dda di Catanzaro svela tutti i retroscena del “colpo”

Rapina alle Poste di Pizzo: la mano della ‘ndrangheta di Lamezia dietro il colpo

Ci sarebbe la “mano” del clan Cerra-Torcasio-Gualtieri dietro la rapina all’Ufficio postale di Pizzo Calabro datata 1 dicembre 2016. Dall’operazione “Crisalide” si evince infatti che oltre al 28enne Antonio Stella – arrestato dai carabinieri di Pizzo l’11 dicembre scorso – anche i lametini Massimo Gualtieri e Flavio Bevilaqua avrebbero pianificato il “colpo” già dal 30 novembre 2016, tanto che nel pomeriggio della stessa giornata nel negozio “Max Cina” di via del Progresso avrebbero acquistato a Lamezia terme i capi di abbigliamento (tute e scarpe) e materiale vario (borsone, passamontagna/scalda collo ed altro) utilizzato poi per consumare la rapina ai danni dell’Ufficio postale di Pizzo.

Alla fase organizzativa della rapina, oltre ai lametini Antonio Miceli, Antonio Stella, Massimo Gualtieri (inteso “Cioccolata”) e a Flavio Bevilacqua, avrebbe partecipato inoltre Antonio Franceschi che si sarebbe occupato di individuare l’autovettura da utilizzare sia per raggiungere l’obiettivo da rapinare che per la successiva fuga, mentre l’esecuzione materiale dell’azione delittuosa ai danni dell’Ufficio Postale di Pizzo “veniva affidata ad Antonio Stella, a Marco Passalacqua, ad Antonello Amato (inteso Mammarella) e ad un “basista” di Pizzo Calabro successivamente identificato dai carabinieri in Salvatore Mazzotta. Dall’ulteriore approfondimento sarebbe emersa pure la complicità di Teresa Torcasio (moglie di Antonio Miceli e nipote di Teresina Cerra, in atto detenuta quale cassiera del clan) che insieme al marito, dopo la consumazione della rapina, avrebbe recuperato Antonio Stella nel quartiere “Ciampa di cavallo” laddove è ritornato unitamente ai due presunti complici indicati nei lametini Antonello Amato e Marco Passalacqua, gli ultimi due domiciliati proprio in tale sobborgo.

Nel corso della rapina, i malviventi hanno causato lesioni ad A. C., la quale si trovava sulla porta di ingresso dell’Ufficio postale di Pizzo Calabro. Alla donna, successivamente sottoposta alle necessarie cure mediche era stata poi diagnosticata una contusione alla regione periorbitale, con una ferita da ecchimosi palpebrale ed emorragia sottocongiuntivale”. Della rapina gli inquirenti della Dda di Catanzaro ritengono ora di aver svelato tutti i retroscena, assicurando alla giustizia i responsabili.

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