venerdì,Marzo 29 2024

Operazione antidroga a Vibo: la replica dell’avvocato Di Renzo

Nota del legale sull’articolo relativo allo spaccio in città e sui propositi di “conquista” del Liceo Classico da parte di un presunto gruppo criminale

Operazione antidroga a Vibo: la replica dell’avvocato Di Renzo

Dall’avvocato Giuseppe Di Renzo, riceviamo e integralmente pubblichiamo:

“Ricevo mandato dai Sigg.rri genitori della minore “fidanzata del Morano”, – i nomi vengono indicati solo allo scopo di legittimare il presente intervento, ma se ne chiede espressamente omettersi l’indicazione nella pubblicazione della presente nota – al precipuo fine di osservare come la interezza della vicenda, interessando anche minori (l’asserita fidanzata di uno degli indagati è minore) meriti particolare attenzione ed equilibrio.

Il tema non è quello della classica doglianza, in ordine alla immutatio veri di un resoconto, la cui precisione nella specie non si avversa, ma quello più ampio degli effetti pregiudizievoli della divulgazione di notizie “giudiziarie” frutto dell’esame di atti che invero non sono segreti e che, tuttavia, non sono ancora pubblici, afferendo alla fase delle Indagini Preliminari, notizie che investono ruoli e condotte (in danno) di minori ed anche di prestigiose Istituzioni Scolastiche, che sono totalmente estranei ai fatti (comunque da accertare) ed anzi si appalesano quali parti offese o danneggiate dal supposto reato. Continuo a dubitare della liceità di questa prassi imperante che, certo, non è da ascriversi al “Vibonese” (o solo al “Vibonese”), posto che il problema si pone da decenni anche sui media nazionali.

Indicare la qualità (fidanzata) di uno degli indagati (la cui responsabilità penale è ben lungi, peraltro, allo stato dall’essere affermata) vuol dire consentirne la (più o meno certa) individuazione con la pedissequa sequela di accadimenti, pettegolezzi, emarginazione, commenti (più o meno) cattivi e triviali (come, purtroppo, accaduto) e tutto ciò in danno di un(a) minore ed in ragione di un malinteso rilievo pubblico della vicenda. Occorre maggiore cautela e rispetto per le altrui vite e ciò senza ragionare necessariamente allo stato di iniziative giudiziarie, per le quali, tuttavia, fin d’ora ho ricevuto espresso mandato. Alla testata, governata da esperti professionisti, la libertà di scelta sullo “stile” del giornalismo da fare. Continuo a ritenere che il “circo mediatico” vada contenuto, se non fermato.

Da ultimo mi si consenta una valutazione personale: si osserva che la Istituzione Liceo Classico vada tutelata e protetta, avendo rappresentato e rappresentando fucina di intelletti e classi dirigenti: la realtà è fortunatamente ben lungi da quella offerta”. Avvocato Giuseppe Di Renzo

Sin qui la garbata nota dell’avvocato Giuseppe Di Renzo. Per parte nostra preme solamente evidenziare che in nessun passaggio dell’articolo si è inteso affermare una qualunque responsabilità ai fatti oggetto dell’indagine da parte del prestigioso Liceo Classico di Vibo Valentia, istituto ben conosciuto, frequentato ed apprezzato dai giornalisti de Il Vibonese ed il cui ruolo formativo in città e provincia – grazie a docenti e personale esemplare – è da sempre fuori discussione. Ci siamo limitati a pubblicare quanto contenuto in un’ordinanza di un giudice terzo, il gip del Tribunale di Vibo Valentia, e quindi atto pubblico e di indiscutibile interesse generale. Nulla di più. Così come nulla di più – anzi molto di meno – abbiamo pubblicato in relazione alla “fidanzata di uno degli indagati”, citata espressamente con nome e cognome dal giudice nell’ordinanza e di cui – proprio a tutela della minore (il fidanzamento, al contrario del matrimonio, lo ricordiamo, non è accompagnato da alcuna ufficialità) – ci siamo infatti ben guardati dal riportare qualunque indicazione, neanche attraverso la citazione delle sole iniziali.

Operazione antidroga a Vibo Valentia: la “conquista” del Liceo Classico per lo spaccio

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