venerdì,Aprile 19 2024

“Robin Hood”, chiesto il rinvio a giudizio per 17 indagati

La Dda di Catanzaro formula la richiesta stralciando la sola posizione di Marco Limoncelli. L’inchiesta prende le mosse dall’operazione scattata il 2 febbraio scorso per far luce sull’appropriazione dei fondi destinati al Credito sociale

“Robin Hood”, chiesto il rinvio a giudizio per 17 indagati

Arriva la richiesta di rinvio a giudizio da parte della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro nei confronti di quasi tutti gli indagati dell’operazione “Robin Hood”, scattata il 2 febbraio scorso per far luce sull’appropriazione dei fondi destinati al Credito sociale.

Stralciata solo la posizione di Marco Limoncelli, 42 anni, originario di Cosenza, rischiano di andare a processo tutti gli altri indagati. Si tratta dell’ex assessore regionale al Lavoro Nazzareno Salerno, 52 anni, di Serra San Bruno (recentemente reintegrato in seno al consiglio regionale); dell’imprenditore Gianfranco Ferrante, 53 anni, di Vibo Valentia; di Vincenzo Spasari, 56 anni, di Nicotera, impiegato di Equitalia a Vibo Valentia; Pasqualino Ruberto, 46 anni, di Lamezia Terme, ex presidente di Calabria Etica, società “in house” della Regione Calabria (già consigliere comunale di Lamezia Terme); Vincenzo Caserta, 60 anni, originario di San Costantino Calabro e residente a Catanzaro, ex direttore generale del Dipartimento regionale Lavoro; Ortensio Marano, 43 anni, di Belmonte Calabro, ex amministratore delegato della Cooperfin Spa; Giuseppe Avolio Castelli, 69 anni, nativo di Genova residente a Firenze; Claudio Isola, 38 anni, di Vibo Valentia, già componente della Struttura speciale dell’assessorato al Lavoro della Regione Calabria; Damiano Zinnato, 50 anni, di Nicotera, cognato del boss della ‘ndrangheta di Limbadi Luigi Mancuso; Saverio Spasari, 28 anni, di Nicotera, figlio di Vincenzo; Michele Parise, 44 anni, di Castrolibero; Patrizia Nicolazzo, 43 anni, di Lamezia Terme; Francesco Masciari, 52 anni, avvocato di Catanzaro, indagato per rivelazione di segreti d’ufficio; Maria Francesca Cosco, 47 anni, di Catanzaro; Antonio Cusimano, 57 anni, di Catanzaro (componente del Comitato di gestione del Credito sociale); Valerio Grillo, 65 anni, avvocato di Vibo Valentia (componente del Comitato di gestione del Credito sociale). 

Nell’inchiesta figurano anche due persone giuridiche: la società Cooperfin Spa e la M&M Management Srl, entrambe con sede a Belmonte Calabro. 

Le accuse. Le indagini hanno documentato una serie di manovre ritenute illecite intorno alla gestione dei fondi della Comunità europea diretti al sostegno economico di nuclei familiari in difficoltà. In particolare, l’attività della Guardia di Finanza di Vibo Valentia e del Ros di Catanzaro ha accertato l’esistenza di un presunto “Comitato d’affari” che avrebbe distratto i finanziamenti comunitari vincolati al progetto regionale “Credito sociale”, indirizzandoli su conti correnti di società private, anche all’estero. 

Nazzareno Salerno avrebbe favorito – secondo l’accusa – le nomine dei componenti del Comitato di gestione del Credito sociale “esclusivamente per motivi personali e privati, in particolare con Cusimano per via di rapporti di amicizia, con Valerio Grillo dell’appoggio elettorale”. Con tale condotta avrebbe procurato ai nominati un ingiusto profitto partrimoniale, pari alle somme incamerate in forza dei contratti professionali stipulati con danno ingiusto di rilevante gravità per la Regione Calabria stimato in oltre 237 mila euro.

Sequestrati in via preventiva nel corso dell’operazione di beni per un valore di circa 2 milioni di euro.

Nel collegio di difesa figurano gli avvocati: Giancarlo Pittelli, Francesco Iacopino, Carlo Arnulfo, Giuseppe Viola, Nunzio Raimondi, Emanuele Luppi, Francesco Sabatino, Anselmo Torchia, Angelo Spasari, Giovanni Marafioti, Pasquale Barbieri, Giovanni Merante, Francesco Gambardella, Pasquale Naccarato, Mario Murone, Vincenzo Gennaro, Domenico Naccari, Nicola D’Agostino.

 

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