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Mileto, la storia della “Cruci ‘i Saccari”: muta testimone della storia cittadina

È uno dei reperti provenienti dall’antico insediamento normanno ed era probabilmente situata di fronte alla porta di San Cristoforo dove venivano messi alla berlina i condannati a morte

Mileto, la storia della “Cruci ‘i Saccari”: muta testimone della storia cittadina
La "Cruci i Saccari" a Mileto

Tra i reperti provenienti dal sito che sino a due secoli e mezzo fa ospitava l’antica capitale normanna, situata a due chilometri di distanza dall’attuale abitato, nella nuova Mileto bisogna sicuramente annoverare “A cruci ‘i Saccari”, l’edicola posta in un angolo dell’omonima via. 

Il reperto fu trasportato nell’abitato durante la fase di ricostruzione, avvenuta subito dopo il nefasto terremoto che nel 1783 provocò migliaia di morti e feriti e rase al suolo molte città in quell’epoca esistenti sul territorio regionale. Inizialmente “a Cruci i Saccari” fu sistemata al centro della strada, a fungere da spartitraffico. Tuttavia, il successivo avvento dei moderni mezzi di locomozione ne consigliò, negli anni cinquanta del secolo scorso, per palesi motivi di praticità lo spostamento nell’attuale posizione, in un angolo del crocevia. 

Nei primi anni settanta, in occasione di una missione dei Padri redentoristi svoltasi a Mileto durante il periodo quaresimale del mese di marzo, all’edicola fu aggiunta una maiolica raffigurante Sant’Alfonso Maria dei Liguori, fondatore dell’Ordine religioso. Due le ipotesi accreditate, riguardo alla posizione in cui “a Cruci ‘i Saccari” si trovava nell’antica Mileto. La prima colloca il manufatto nei pressi della chiesetta bizantina intitolata a “Maria Santissima della Cattolica”, situata nel rione Saccari, dei Saccàri o dei Zeccàri (volendo in quest’ultimo caso accreditare la tesi di alcuni che propendono per l’esistenza dell’antica zecca normanna proprio nel quartiere cittadino). 

La seconda tesi, invece, rifacendosi in particolare a un’incisione dei primi del settecento attribuita all’abate Giovan Battista Pacichelli, raffigurante l’antico abitato, opta inequivocabilmente per la collocazione della “Cruci i Saccari” nella piazza Maggiore di quella che fu la capitale della contea normanna di Ruggero I d’Altavilla, situata di fronte alla porta di San Cristoforo, chiamata anche “della vergogna” poiché lì, molto probabilmente, venivano messi alla berlina i condannati a morte.

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