giovedì,Aprile 25 2024

Baratto amministrativo, anche Nesci sconfessa il Meet-up vibonese

Gli attivisti avevano presentato ieri una proposta di regolamento al sindaco Costa qualificandosi come «Meet-up M5s». La parlamentare puntualizza: «Iniziativa autonoma. Non rappresenta la linea né la voce del movimento».

Baratto amministrativo, anche Nesci sconfessa il Meet-up vibonese

Un’iniziativa certamente ragionevole, avanzata con le migliori intenzioni, che ha però sollevato un vero e proprio polverone che appare eccessivo di fronte alla “banalità” dell’argomento in questione.

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Già questa mattina ci aveva pensato il consigliere comunale di maggioranza, Claudia Gioia, capogruppo di Vibo unica, a fare una tiratina d’orecchie agli attivisti del Meet-up vibonese, chiarendo come la proposta di introduzione del baratto amministrativo sia già da tempo all’attenzione del consiglio comunale che, sull’argomento, si trova concorde a prescindere dallo schieramento.

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Ora, interviene addirittura la principale esponente vibonese dei pentastellati a prendere le distanze dall’accostamento tra Meet-up e Movimento 5 stelle. Un accostamento peraltro suggerito dagli stessi attivisti che, nella nota di ieri parlavano, testualmente, a nome del “MU (Meet-up, ndr) Movimento 5 stelle Vibonese”.

La parlamentare Dalila Nesci così argomenta: «I Meet-up sono autonomi. A differenza di chi ha uno specifico mandato elettorale, essi non rappresentano la linea e la voce del Movimento 5 stelle. I Meet-up sono gruppi di persone che si ispirano idealmente ai principi e al programma del movimento, operando nei territori con una visione propria rispetto ai problemi, alle necessità e alle posizioni politiche. Indipendentemente dal merito delle singole iniziative, tengo a precisare – prosegue – che il Meet-up è un importante strumento di impegno civile, ma esso non coincide, come a volte si crede, con la sede territoriale del M5s, che al contrario dei partiti non ha sezioni né organizzazioni piramidali. La linea del movimento è sempre detta, espressa e comunicata dagli eletti».

La parlamentare mette in guardia anche rispetto alle “derive” politiche che i Meet-up potrebbero ingenerare: «in essi – spiega – si può sviluppare una coscienza critica e un senso profondo della comunità. Può anche succedere, purtroppo, si sfrutti l’identità e l’azione del Movimento 5 stelle per scopi estranei alle idealità e agli obiettivi del movimento», catechizzando infine i media affinché «utilizzino la denominazione senza collegarla al movimento, al fine di fornire un’informazione precisa e senza possibilità di equivoci».

L’approfondimento: Il “baratto amministrativo”: grande opportunità o esenzione mascherata?

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