“Bomba” ecologica a Coccorinello di Joppolo, scarichi fognari direttamente nel torrente (VIDEO)

Le recenti analisi di Goletta Verde parlano chiaro. La foce del torrente Mandricelle che sbocca in mare a Coccorino e segna il confina con Santa Maria di Ricadi – in uno degli angoli più suggestivi della costa vibonese – è fortemente inquinata. Nessuno però aveva ripercorso a ritroso il corso d’acqua per capire chi e cosa ha reso inquinato il torrente. Dalle foto e dal video che Il Vibonese.it pubblica in esclusiva è pienamente visibile un flusso schiumoso ininterrotto che scorre insieme ad acqua torbida mista a liquami. La portata di acqua aumenta considerevolmente negli orari di maggior consumo del prezioso liquido nei paesi di Coccorino e Coccorinello. Ciò che il video non può trasmettere è l’odore dell’acqua, che assicuriamo non essere dei più piacevoli. A prima vista pare si tratti della fognatura proveniente da Coccorinello non collettata. Non bisogna in ogni caso dimenticare che a pochi metri dal corso d’acqua torbido è presente una vasca comunale. Ci si trova dinanzi ad una vera e propria “bomba” ecologica a cielo aperto, con l’alveo del torrente Mandricelle da cui proviene invece acqua pulita che va ad incrociarsi – proprio nel punto che divide Coccorino da Coccorinello – con lo scarico fognario e con acqua torbida e schiumosa. Un pericolo ambientale di estrema gravità che occorre fermare al più presto e che pare vada avanti da parecchio tempo. Il mix micidiale di fogna e acqua torbida finisce naturalmente a mare, proprio sulla spiaggia di Coccorino di Joppolo nel punto che la separa a destra dalla scogliera di località Porticello che invece ricade nel territorio di Ricadi. Lo stesso punto – foce del torrente Mandricelle – che le recenti analisi di Goletta Verde e Legambiente hanno indicato come fortemente inquinato. Spetta ora al Comune di Joppolo provvedere ad eliminare lo scempio ambientale e a dare risposte rassicuranti – ed in tempi brevi – ai residenti ed ai turisti. L’emergenza di certo non sfuggirà all’occhio attento della sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri “Nucleo Ambiente” della Procura di Vibo Valentia ed alla Guardia costiera. 

 

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