giovedì,Aprile 18 2024

Emergenza cinghiali, a San Costantino il focus sugli aspetti ambientali e sanitari

A promuovere il convegno, tenutosi alla Casa del popolo, l’associazione Disabili senza barriere. Emerse le tante problematiche legate alla presenza degli ungulati 

Emergenza cinghiali, a San Costantino il focus sugli aspetti ambientali e sanitari

Ha destato particolare interesse il convegno “Emergenza cinghiali: aspetti legali, ambientali e sanitari”, organizzato a San Costantino Calabro dall’associazione Disabili senza barriere. L’incontro, tenutosi nella Casa del popolo del ridente comune vibonese, ha toccato un tema di grande attualità: la presenza sempre più numerosa, tra le campagne del centro e del sud Italia, di un mammifero che, inevitabilmente, crea disagi e danni alle coltivazioni e mette a serio rischio la sicurezza stradale. Il convegno è stato aperto dal presidente di Disabili senza barriere Rocco Deluca, il quale ha spiegato che iniziative del genere puntano a far conoscere alla cittadinanza le problematiche connesse al fenomeno del sovrannumero dei cinghiali, e a proporre, se possibile, dei suggerimenti agli enti preposti. Subito dopo a prendere la parola sono stati gli esperti in materia Domenico Marzano e Antonio Falduto, veterinario e medico del lavoro presso l’Asp di Vibo Valentia, i quali hanno messo in evidenza come, dal punto di vista igienico-sanitario, il cinghiale risulti una delle specie selvatiche più problematiche per l’uomo, soprattutto quando è presente in numero elevato. Tra i rischi, quello di fungere da mezzo di trasmissione per malattie infettive come la tubercolosi, che possono riguardare sia l’uomo che gli altri tipi di animali. I due esperti hanno anche sottolineato che nella provincia di Vibo Valentia i controlli sono stati avviati circa tre anni fa, quando è venuto alla luce il primo caso di tubercolosi in un cinghiale abbattuto. Da allora il numero degli animali controllati è progressivamente aumentato, passando dai circa 150 esemplari del 2016 ai 1.000 esemplari del 2017. Il numero effettivo degli abbattimenti è di circa 3.000. I casi di sospetta tubercolosi sui cinghiali sono risultati 34, 13 quelli effettivamente confermati dopo lo svolgimento di ulteriori analisi e dell’esame anatomopatologico. Numeri non certo eclatanti, che fanno sì che non si possa parlare di una vera e propria emergenza sanitaria, anche perché il micro batterio che causa la malattia può essere prevenuto con l’utilizzo di apposite norme igienico-sanitarie, e debellato da un trattamento termico idoneo, da un’adeguata cottura e da una corretta stagionatura. Tanti i cacciatori presenti all’incontro. Dal dibattito in sala sono emerse, tra l’altro, due problematiche. La prima riguardante lo smaltimento della lavorazione delle carni, delle carcasse e delle interiora degli animali abbattuti, difficile da attuare visto il costo elevato di questa procedura e l’impossibilità di istituire convenzioni con società preposte. La seconda attinente alla mancanza nella provincia di Vibo di un corso igienico-sanitario obbligatorio per i cacciatori. Una formazione di base, presente nel resto d’Italia, capace di dar loro nozioni adeguate per prevenire le eventuali contaminazioni trasmesse dagli animali uccisi.

 

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