giovedì,Aprile 25 2024

A Pizzo scoppia il caso della Calabria Maceri: attacco di Piperno (Slai Cobas)

Il coordinatore provinciale alla ditta: «Ripristinare i livelli occupazionali previsti dall'appalto ed esistenti al momento dell'affidamento del servizio»

A Pizzo scoppia il caso della Calabria Maceri: attacco di Piperno (Slai Cobas)
Nazzareno Piperno (Slai Cobas)

«La scrivente organizzazione sindacale intende segnalare le enormi criticità esistenti presso il cantiere Rsu di Pizzo Calabro gestito dalla società in indirizzo già da tempo evidenziate senza alcun riscontro da parte aziendale. Alla base di tutto vi è il sottodimensionamernto dell’organico che, rispetto ai livelli occupazionali esistenti al momento dell’affidamento del servizio alla Calabra Maceri, si è ridotto per motivi vari di ben cinque unità di fatto non sostituite». Questo l’inizio della missiva che Nazzareno Piperno, coordinatore provinciale dello Slai Cobas, ha indirizzato alla Calabria Maceri Spa e per conoscenza al Comune di Pizzo. [Continua in basso]

«Se a tale riduzione di organico si aggiungono i lavoratori mediamente assenti per malattia – prosegue la lettera del sindacalista – risulta evidente come l’organico residuo sia assolutamente inadeguato a coprire le esigenze del servizio, da svolgersi per di più in un territorio dalla particolare conformazione morfologica. Deriva da ciò la presenza di carichi di lavoro enormi distribuiti sulle spalle dei pochi lavoratori rimasti chiamati a svolgere prestazioni lavorative al di fuori delle loro possibilità in precedenza effettuate da un numero ben superiore di addetti, con una sorta di mobilità selvaggia degli stessi impegnati nell’improbo compito di portare a compimento il servizio. Tale situazione – che non di rado ha portato numerosi dipendenti a lavorare di fatto per 15 ore consecutive al giorno e 7 giorni su 7 alla settimana, e senza quindi poter usufruire dell’irrinunciabile riposo settimanale – è certamente tale – sottolinea Piperno – da determinare, per come già successo, una notevole usura psicofisica dei lavoratori la cui incolumità viene messa in serio pericolo da questo dissennato sfruttamento delle risorse umane (e da qui le numerose assenze per malattia)».

A parere di sindacalista, dunque, si tratta di una situazione «ormai insostenibile cui tale società deve porre immediato rimedio ripristinando i livelli occupazionali previsti dall’appalto ed esistenti al momento dell’affidamento alla stessa del servizio tenendo conto anche del rischio che corrono non solo i lavoratori ma anche i cittadini dalla circolazione di mezzi lasciati in moto e temporaneamente incustoditi proprio per consentire la raccolta dei rifiuti all’unico operaio addetto nelle strade strette ed in forte pendenza che caratterizzano il territorio comunale. Si tratta, si ripete, di problematiche di grande rilievo già segnalate da chi scrive, senza riscontro alcuno». [Continua in basso]

 Ciò chiarito, il responsabile provinciale dello Slai Cobas  «invita e diffida» infine tale società «ad adottare tutte le necessarie iniziative con l’espressa avvertenza che, in caso contrario, si  intraprenderanno tutte le conseguenti azioni di protesta a cominciare dalla proclamazione dello stato di agitazione in vista della successivo sciopero, provvedendo altresì a comunicare tale situazione alle autorità a cominciare dal competente Ispettorato del lavoro». 

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