venerdì,Aprile 19 2024

Rischio ecologico nel Vibonese, Iamundo (Udicon) invoca l’intervento delle autorità

Il commissario regionale sul depuratore di Sant’Onofrio finito sotto sequestro: «Riteniamo che sia necessario prendere gli opportuni provvedimenti sia in termini di ripristino del danno che in termini di prevenzione ambientale»

Rischio ecologico nel Vibonese, Iamundo (Udicon) invoca l’intervento delle autorità
Il depuratore di Sant'onofrio finito sotto sequestro

«Apprendiamo con profondo dispiacere le ultime notizie in merito alla sicurezza ambientale in Calabria, di cui è stata colpita la provincia di Vibo Valentia, dove, a causa di un guasto sul depuratore di Sant’Onofrio, una massiccia fuoriuscita di reflui fognari sembrerebbe confluire sul fiume Mesima. Le indagini (condotte dai carabinieri forestali che hanno sequestrato l’impianto, ndr) accerteranno le responsabilità, tuttavia riteniamo che sia necessario prendere gli opportuni provvedimenti, in maniera solerte, sia in termini di ripristino del danno che in termini di prevenzione ambientale».

Queste le parole di Nico Iamundo, commissario regionale dell’Udicon Calabria (Unione difesa consumatori), in una nota stampa.  «La contaminazione delle acque e del suolo è un grave disastro per l’ambiente, con ripercussioni sui cittadini calabresi sia dal punto di vista igienico-sanitario ma anche dal punto economico. Sembra, purtroppo, non esserci pace per la Calabria (incendi, discariche abusive, microdiscariche, inquinamento di mari e fiumi con conseguente devastazione dell’ecosistema). L’Udicon – aggiunge il commissario regionale -,  fra i suoi scopi statutari, ha l’obiettivo della tutela ambientale, che parte  dalla formazione civica dei cittadini e che persegue attraverso la vicinanza al territorio, denunciando, promuovendo ed indicando possibili soluzioni. Scriveremo, nei prossimi giorni, alle autorità competenti, per ricevere notizie relative alle azioni che vorranno intraprendere per la risoluzione del problema, nell’interesse comune di tutti i cittadini», conclude Nico Iamundo. 

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