venerdì,Aprile 19 2024

Bonifica delle Dune dell’Angitola, già raccolti oltre settecento sacchi di rifiuti

Tonnellate di spazzatura di ogni tipo rimosse dalla Zona speciale di conservazione nell’ambito dell’intervento di bonifica finanziato dalla Regione che vede coinvolto anche il Wwf

Bonifica delle Dune dell’Angitola, già raccolti oltre settecento sacchi di rifiuti

Prosegue senza soste l’operazione di pulizia delle “Dune dell’Angitola”, già Sito di importanza comunitaria (Sic) e “Zona speciale di conservazione” per via della preziosa flora e per la nidificazione del piccolo Fratino, un uccello che ogni anno, a primavera, depone le sue uova proprio sulla sabbia delle dune, tra Pizzo e Curinga e in poche altre località della Calabria. L’iniziativa è stata finanziata dalla Regione  con fondi Por 2014-20 finalizzati alla tutela, al recupero e alla valorizzazione delle aree più importanti dal punto di vista naturalistico inserite nell’elenco nazionale dei siti “Natura 2000”, e vede il coinvolgimento del Consorzio di bonifica del Tirreno vibonese, i cui tecnici hanno elaborato il progetto, la Ditta Sebastiano Sgromo di Curinga per l’esecuzione dei lavori, la ditta Francesco Giampà di Pizzo per la fornitura delle essenze di piante mediterranee da impiantare e il Wwf di Vibo Valentia per gli aspetti naturalistici e divulgativi.

A partire dallo scorso 10 ottobre, data di inizio delle operazioni di pulizia a cura degli operai della ditta incaricata, dalla località “Lido Pesce Spada” e fino al villaggio turistico Tui (ex Club Med), sono state asportate già tonnellate di materiale di ogni tipo, in prevalenza oggetti di  plastica e pezzi di polistirolo, ma sulle dune e tra gli alberi e gli arbusti della vicina pineta, si è trovato veramente di tutto: dagli pneumatici usati a grossi tubi, da pezzi di grandi boe, a bombole di gas, lamiere, resti di reti e cavi da ormeggio, carcasse di elettrodomestici, insomma un campionario veramente incredibile di tutto ciò che una società dei consumi può produrre, ai danni dell’ambiente.

Le operazioni di pulizia

«Sto seguendo passo passo il lavoro dei giovani impegnati – ha dichiarato il responsabile del settore conservazione del Wwf di Vibo Pino Paolillo – e sento di dovere esprimere il mio compiacimento per come finora si è svolta l’operazione di pulizia delle dune e per i risultati fin qui raggiunti. A tutt’oggi sono stati riempiti ben oltre 700 sacchi pieni di ogni cosa, per non parlare di tutto il materiale troppo ingombrante e pesante per entrare in un sacco di plastica, ugualmente e faticosamente accumulato per essere successivamente rimosso. Un lavoro davvero massacrante, visto che si tratta di raccogliere manualmente migliaia e migliaia di “pezzi” di ogni tipo e dimensione sparsi dappertutto, oltre ai punti critici in cui si notano vere e proprie discariche, costituite soprattutto dall’immancabile e onnipresente platica, anch’esse destinate a scomparire. Purtroppo rimane ancora molto da eliminare, ma l’obiettivo, come da progetto approvato dalla Regione, è quello di arrivare fino al confine con la provincia di Catanzaro, in quel territorio costiero di Curinga sul quale già da anni l’associazione “Costa Nostra” ha rivolto la sua attenzione e il suo impegno concreto e che merita, magari in un futuro prossimo, la stessa radicale operazione di pulizia. Tutti i sacchi finora riempiti saranno presto depositati in appositi grossi cassoni, due dei quali sono stati posizionati ieri».

Conclude Paolillo: «E’ una grande soddisfazione, quasi un sogno che si realizza vedere i gigli di mare, le calcatreppole, lo sparto e le altre piante, crescere in un ambiente finalmente pulito e non tra bottiglie di plastica, polistirolo e spazzatura di ogni tipo. A maggior ragione, se ciò si verifica a pochi metri da villaggi turistici la cui clientela è prevalentemente straniera. E’ chiaro che subito dopo, con la collaborazione di tutte le parti interessate, bisognerà impegnarsi per evitare che lo scempio che per decenni si è perpetrato impunemente, abbia a ripetersi, ma in questi giorni si sta recuperando tutto il tempo fin qui perso. E non è poco».

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