martedì,Luglio 8 2025

Pizzo, mare sporco e rifiuti sulla spiaggia: «Terra offesa e tradita dall’indifferenza»

Una lettrice documenta con le sue foto la situazione dell’arenile dinanzi all’Istituto nautico e si scaglia con parole accorate contro chi deturpa l’ambiente: «Questo non è solo un luogo, è un diritto oggi negato»

Pizzo, mare sporco e rifiuti sulla spiaggia: «Terra offesa e tradita dall’indifferenza»
Plastica abbandonata in spiaggia e mare sporco a Pizzo
I rifiuti abbandonati sulla spiaggia vicino al Nautico

«Il mare dovrebbe profumare di libertà. La spiaggia dovrebbe essere rifugio, rinascita, respiro. E invece, oggi, troppi angoli del nostro paese, Pizzo, sono diventati simboli di abbandono». A scrivere piena di rammarico al Vibonese.it, segnalando in presa diretta le condizioni di abbandono, sporcizia e degrado in cui si presenta la spiaggia libera vicina all’Istituto Nautico di Pizzo, è la nostra lettrice Rosita Romanò che, con tanto di foto, documenta lo stato dei luoghi. «Il mare non è più azzurro. È verde, sporco, offeso. Le sue onde non raccontano storie di pescatori e di vento, ma trasportano plastica, schiuma e vergogna». Una lettera carica di amore per la propria terra e di amarezza per lo scempio perpetrato ai danni della natura in una regione invidiata per le proprie bellezze paesaggistiche. La mano dell’uomo che dovrebbe proteggere e custodire è invece artefice di inquinamento e abbandono. Una voce, quella di Rosita, che raccoglie la desolazione profonda di quanti continuano a sperare sempre il meglio per la Calabria e invece, anno dopo anno, vedono i propri sogni e il futuro accartocciarsi.

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«La spiaggia – prosegue Rosita – non accoglie più le risate dei bambini, ma il silenzio amaro di chi osserva rifiuti a perdita d’occhio, tra bottiglie vuote, alghe marcite e incuria. È uno schiaffo a chi ama, a chi ha a cuore la propria terra. È uno schiaffo ai turisti, che arrivano sognando cartoline e trovano cartacce. Ma è soprattutto un tradimento: del mare stesso, della natura che ci è stata affidata, della dignità di chi ci vive accanto ogni giorno. Non bastano più le scuse. Non servono i “faremo” e i “stiamo monitorando”. Servono mani che puliscono. Serve volontà che cambia. Serve rispetto. Il mare ci guarda. La spiaggia ci parla. E oggi ci stanno dicendo: basta. Basta scarichi abusivi, basta gestioni fallimentari, basta appalti a ditte che non fanno il loro servizio. Basta chiudere gli occhi davanti all’evidenza. Il mare non è solo un luogo, è un diritto. E se lo continuiamo a trattare come una discarica, ci troveremo sommersi non solo dai rifiuti, ma dalla nostra stessa indifferenza».

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