martedì,Aprile 16 2024

Parghelia, un paradiso contaminato dai liquami nell’inerzia della politica – Video

Un gruppo di vacanzieri interpella le amministrazioni, indaga e denuncia: «Tutte le strutture sono chiuse, controllate i depuratori»

Parghelia, un paradiso contaminato dai liquami nell’inerzia della politica – Video

Un paradiso contaminato. Contaminato dai soliti liquami, che rendono schiumosa un’acqua altrimenti cristallina. Contaminato da chilometri di spazzatura, che macchiano un orizzonte altrimenti mozzafiato. In un territorio in cui i servizi pubblici sono pochi e di scarsa qualità, quel che resta è la natura. Ma le amministrazioni sembrano infischiarsene. Lo sanno bene i residenti, lo capiscono subito anche i vacanzieri. Turisti occasionali o abituali cui resta l’amaro in bocca per lo sfregio ai piccoli angoli di eden che gli si para davanti.

È il caso di un gruppo di villeggianti che da qualche anno trascorre settimane estive a Parghelia, in contrada Marina di Bordila. Quello che documentano è l’ennesimo scempio ambientale: liquami sversati in mare, probabilmente a causa del malfunzionamento dei depuratori della zona. «È davvero inconcepibile – raccontano – assistere da anni ormai a questa situazione. Quel che più fa male è il sostanziale disinteresse mostrato dalle amministrazioni pubbliche. Ci siamo rivolti al sindaco di Parghelia, perché questo territorio è di sua competenza, ma abbiamo informato anche i sindaci di Tropea e Zambrone, confinanti, perché i rispettivi depuratori arrivano sempre qui. Ma non abbiamo avuto alcuna risposta».

Desolante per loro che venendo da Milano questo territorio continuano a frequentarlo e amarlo nonostante tutto. «Francamente serve a ben poco – spiega Lucilla – fregiarsi di una bandiera blu, come fa Tropea, se poi non si interviene su fatti del genere, che abbiamo puntualmente segnalato». Già, segnalato non soltanto alla politica, ma anche all’autorità giudiziaria. Una denuncia è stata formalmente presentata ai carabinieri di Tropea, ed un esposto è stato spedito anche al procuratore di Vibo Valentia Camillo Falvo e al prefetto Francesco Zito. Ma c’è di più. Il senso civico dei denuncianti li ha spinti a chiamare il 1530 ed accompagnare un ufficiale della Guardia costiera a ritroso nel ruscello dal quale sversavano in mare i liquami, o almeno una parte di questi, arrivando fino alla frazione Daffinà di Zambrone.

La constatazione è una sola: a non funzionare correttamente sarebbero i depuratori, perché – affermano – «abbiamo verificato come ben sei strutture turistiche non abbiano riaperto a causa del Covid, ed una di queste per motivi diversi. Ragion per cui – incalzano – sarebbe necessario che le amministrazioni interessate verificassero meglio eventuali irregolarità nella gestione dei depuratori da parte di chi li ha in appalto». C’è rabbia tra loro, ed anche tra molti del posto che si sono uniti all’esposto/denuncia: «Mentre Tropea veniva insignita della bandiera blu, il nostro stato d’animo si rabbuiava più che mai: accertata la chiusura dei villaggi dei privati, assistiamo inermi allo scempio del nostro meraviglioso mare grazie anche all’incuria degli amministratori che assistono passivamente all’indegno spettacolo». Dal paradiso all’inferno è un attimo.

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