sabato,Dicembre 14 2024

Randagismo, dall’Enpa una proposta per contrastarlo

L’Ente nazionale per la protezione animali suggerisce la sterilizzare di cani e gatti padronali. «Si eviterebbero - spiegano i volontari - 70mila nuovi abbandoni»

Randagismo, dall’Enpa una proposta per contrastarlo

Sterilizzare il proprio animale domestico, gatto o cane che sia, potrebbe evitare 70mila nuovi randagi in sei anni. Il dato certificato Lav, Lega antivivisezione, mette in discussione le politiche finora adottate per il contrasto all’abbandono e al randagismo. La legge sulla sterilizzazione obbligatoria degli animali vaganti sul territorio (nel Vibonese attuata per lo più dalle associazioni), in sintesi, non produce effetti tali da considerare il fenomeno “contenuto” e controllato. Specie al Sud. Specie in contesti territoriali come quello della provincia di Vibo Valentia, dove ai “tradizionali” abbandoni di cucciolate, si aggiungono non rari episodi di violenza. Necessario un cambio di strategia. La proposta arriva “dal basso”, dagli addetti ai lavori, volontari che ogni giorno con determinazione e spirito di abnegazione si adoperano per trovare casa ai trovatelli. E non solo. Dietro un cucciolo raccolto per strada ci sono cure, visite e spese da sostenere. C’è l’esigenza di sterilizzare e microchippare per scongiurare altre nascite.

La proposta. Venendo a contatto con una delle piaghe più difficili da estirpare, Giorgia Rozza, giornalista ma soprattutto parte integrante della famiglia Enpa – coordina le adozioni che partono dalla Calabria e dalla Sicilia e le raccolte fondi – lancia una proposta nuova: sterilizzazione dei cani padronali da parte di chi sa di non poter accudire nuovi cucciuoli. Un appello ai sindaci, primi referenti dei territori, affinché prendano a cuore la soluzione del fenomeno, aprendosi a nuovi metodi: «Con le volontarie Natalie Barba (Vibo Valentia) e Marilena Salerno (Sibari) cerchiamo di concludere la maggior parte degli affidi al Nord dove l’animale, in linea generale, riscontriamo una maggioore sensibiltà sulle adozioni. Ma è come svuotare il mare con un cucchiaino».

Il modello romeno. La proposta nasce dagli ottimi riscontri ottenuti in Romania dall’associazione Savethedogs, presieduta da Sara Turetta, dove il modello è stato adottato. Un programma di sterilizzazione, quello concretizzato a Cernavoda destinato a fallire se fosse rimasto nelle mani delle associazioni locali. Per attuarlo in Italia, oltre alla sensibilità dei sindaci, servirebbe la collaborazione dei cittadini: «Bisognerebbe – aggiunge Giorgia Rozza – far bussare alle porte dei singoli un vigile urbano ed un volontario per valutare i casi». Intanto, l’appello è stato lanciato. Una proposta di confronto in più affinché le “cucciolate casalinghe” non alimentino, seppur in maniera indiretta, le colonie o i gruppi di randagi già presenti.

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