giovedì,Aprile 25 2024

Beni confiscati e crediti vantati, l’imprenditore Panzitta si rivolge a Salvini e Di Maio

Chiesto l’intervento dei due esponenti del Governo per sbloccare nel Vibonese i pagamenti da parte di aziende finite sotto sequestro

Beni confiscati e crediti vantati, l’imprenditore Panzitta si rivolge a Salvini e Di Maio

Chiede di poter incontrare al più presto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ed il ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, l’imprednditore Antonio Panzitta, 40 anni, di Rombiolo, affinchè i due esponenti del Governo nazionale possano intervenire sulla gestione dei beni confiscati ed a tutela delle aziende sane del territorio colpite dai mancati pagamenti da parte delle aziende confiscate o sottoposte a sequestro. Panzitta spiega quindi di aver già informato l’autorità giudiziaria circa i motivi per i quali si trova “in una situazione di obiettiva difficoltà economica, iniziata già alcuni anni fa con i problemi relativi ai mancati pagamenti di interventi effettuati in occasione dell’alluvione del 2006 ed a causa del mancato pagamento di fornitori per un totale di 700mila euro, tra cui 250mila euro bloccati dai commissari giudiziali di alcune ditte sequestrate per diversi motivi. La gestione da parte dei commissari giudiziali di queste ditte comporta, come nel mio caso – sostiene Panzitta – un mancato pagamento delle spettanze tali da portami sull’orlo del baratro ed al fallimento. Ed infatti il sottoscritto si ritrova con i conto correnti bloccati  e pignorati da parte di Agenzia delle Entrate – Servizi di Riscossione, ex Equitalia tanto per intenderci – e senza la possibilità di poter interagire con le banche le quali oramai non sono più nelle condizioni di concedermi fido o prestito così come accaduto con la Banca di Credito Cooperativo del vibonese. Già in passato ho subito anche dei soprusi da parte di altri istituti bancari che sono in corso di definizione. Appare evidente che la cattiva gestione dei beni confiscati o sequestrati ha come conseguenza il fallimento di molte aziende e da qui la necessità di intervenire da parte del ministro degli Interni al fine di tutelare le piccole e medie imprese del territorio che vengono a trovarsi in una situazione di obiettiva difficoltà. Infatti appare al sottoscritto inspiegabile che da oltre due anni i commissari giudiziali possano bloccare un pagamento di 250mila euro, mettendo in gravissime difficoltà oltre che la mia azienda anche la mia famiglia costringendomi a fare i salti mortali per garantire il minimo di vita. Denaro lavorato e sudato che sarebbe ossigeno per una piccola e media impresa come la mia allontanando forse definitivamente diversi problemi e dandomi la possibilità di potermi rimettere sul mercato. Questa situazione ha comportato pure l’intervento della Guardia di Finanza per omesso versamento dell’IVA con conseguente intervento della Procura della Repubblica. Oltre il danno, la beffa. Non pagato dallo Stato ed indagato dallo Stato. In ragione dei lavori svolti durante l’alluvione e per i quali ho subito anche un procedimento penale dal quale sono uscito assolto – continua l’imprenditore Panzitta – vanto un credito di oltre 200mila euro da parte del Comune di Vibo Valentia o di chi per lui. E’ una vicenda paradossale quella del sottoscritto, il quale ancora una volta deve chiedere aiuto ai mass-media per avere attenzione su problemi causati dallo Stato. Solo l’intervento di questi due autorevoli membri del Governo su una situazione che riguarda diverse aziende della Calabria e della provincia di Vibo Valentia può portare dei benefici, o perlomeno attenzione, su di un problema così importante. Mi auguro che sia Salvini che Di Maio possano intervenire sul mio e su altri casi ed incontrare noi imprenditori per un confronto”.

 

 

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