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Narcotraffico: “Giardini segreti”, nuova misura cautelare del gip di Vibo

Si tratta delle posizioni per le quali a Catanzaro era stata dichiarata l’incompetenza territoriale. Il Riesame, nel frattempo, sostituisce in un caso i domiciliari con l’obbligo di firma. Alla base delle accuse, anche le dichiarazioni di Emanuele Mancuso

Narcotraffico: “Giardini segreti”, nuova misura cautelare del gip di Vibo

Nuova misura cautelare per sei indagati coinvolti nell’inchiesta della polizia denominata “Giardini segreti”, coordinata dalla Dda di Catanzaro, le cui posizioni erano state trasmesse dal gip distrettuale all’autorità giudiziaria di Vibo Valentia per competenza territoriale e funzionale. Ad emettere la nuova ordinanza è stato il gip del Tribunale di Vibo Valentia, Marina Russo, nei confronti di: Giacomo Chirico, 21 anni, di Maierato (avvocato Mario Bagnato); Maria Ludovica Di Stilo, 23 anni, di Vibo (avvocato Carmine Pandullo); Salvatore Ferraro, 22 anni, di Rombiolo; William Gregorio, 23 anni, di San Ferdinando; Riccardo Papalia, 34 anni, di Nicotera (difeso dall’avvocato Francesco Capria). Per tutti sono stati disposti gli arresti domiciliari così come aveva fatto il gip distrettuale prima di spogliarsi degli atti riguardo tali posizioni e trasmettere gli atti a Vibo Valentia. A tali indagati viene contestato il reato di detenzione ai fini di spaccio di marijuana, ma non anche il reato associativo e da qui l’incompetenza della Dda di Catanzaro. Gregorio William e Riccardo Papalia avrebbero trasportato dello stupefacente in Puglia per venderlo a terzi ai fini di spaccio. In particolare, Riccardo Papalia si sarebbe adoperato per soccorrere il mezzo a bordo del quale veniva trasportato lo stupefacente, andato in avaria nel tratto autostradale di Pizzo Calabro, mettendo a disposizione la propria auto per il recupero dello stupefacente il 10 agosto 2016. In merito alla posizione di Maria Ludovica Di Stilo vi è inoltre da dire che il Tribunale del Riesame di Catanzaro, in accoglimento delle argomentazioni difensive dell’avvocato Carmine Pandullo, ha sostituito la misura degli arresti domiciliari, decisa dal gip distrettuale, con quella dell’obbligo di firma. La nuova misura ai domiciliari emessa dal gip di Vibo verrà invece discussa nella giornata di domani. L’inchiesta, che vede complessivamente indagati 39 soggetti, è stata coordinata dal pm della Dda, Annamaria Frustaci, e dal procuratore Nicola Gratteri. A sostegno dell’impalcatura accusatoria anche le recenti dichiarazioni di Emanuele Mancuso, il rampollo dell’omonimo clan di Limbadi e Nicotera che dal 18 giugno scorso ha deciso di collaborare con la giustizia.

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