venerdì,Marzo 29 2024

Molestie o calunnie? L’aspirante giornalista accusa due preti che controdenunciano (VIDEO)

Toccherà alla Procura di Vibo stabilire se un giovane sardo, Pietro Serra, ha realmente subito avances da due sacerdoti vibonesi o se, al contrario, è stato lui a diffamare i religiosi

Molestie o calunnie? L’aspirante giornalista accusa due preti che controdenunciano (VIDEO)

Una torbida vicenda, tutta da chiarire e da prendere con le pinze. Da un lato c’è un trentenne aspirante giornalista e attivista politico – si chiama Pietro Serra e proviene dalla provincia di Sassari – dall’altro due sacerdoti che – ha denunciato il giovane ai carabinieri di Sorso (Ss) – lo avrebbero molestato sessualmente in tre differenti periodi di permanenza nella provincia di Vibo Valentia. La storia diventa nota all’opinione pubblica perché – formalizzata la denuncia in Sardegna – l’aspirante reporter la racconta, con tanto di riferimenti temporali, nomi e cognomi, su un sito web dedicato agli abusi sessuali commessi da rappresentanti del clero. La storia poi rimbalza sul web e, sentendosi calunniati, i due sacerdoti chiamati in causa annunciano querela per calunnia e diffamazione. E così la Procura di Vibo dovrà condurre da un lato un’inchiesta per molestie sessuali che vede come parte offesa Pietro Serra, e dall’altro, una per calunnia che vede come parti offese i sacerdoti. L’aspirante giornalista viene descritto dai due preti come un ragazzo con tutta una serie di problemi a cui avrebbero dato aiuto. E Serra della sua infanzia difficile – orfano di un genitore e l’altro lontano – non fa mistero. L’impegno nell’associazionismo cattolico lo mette in contatto, tramite i social, con uno dei due sacerdoti che per aiutarlo, ad un certo punto, lo invita a raggiungerlo nella provincia di Vibo. Nel suo andirivieni tra la Calabria e la Campania, dove vive la madre, tra agosto e dicembre 2017, sarebbero stati tre gli episodi molesti subiti da Serra. Li avrebbe denunciati dopo la rottura del suo rapporto coi sacerdoti. Uno dei due chiese e ottenne un contributo comunale per la chiesa. Il giovane si aspettava di essere pagato con quei soldi per l’attività – che sostiene sia stata svolta in nero – come custode della stessa chiesa, ma ciò non avvenne. Poi la denuncia, anche pubblica, di una vicenda sulla quale solo la magistratura potrà fare piena luce.

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