giovedì,Marzo 28 2024

Frode fiscale: la Procura di Vibo chiede il processo per il deputato Tucci del M5S

Attraverso false fatture avrebbe alimentato un “sistema” di evasione. Chiesto il rinvio a giudizio anche per il cugino ed altri due indagati

Frode fiscale: la Procura di Vibo chiede il processo per il deputato Tucci del M5S
Riccardo Tucci

Dichiarazioni fraudolente per evadere le imposte aumentando i costi. Questa l’ipotesi di reato contestata, attraverso due capi di imputazione, dalla Procura di Vibo al deputato del Movimento Cinque Stelle, Riccardo Tucci, per il quale è stata ora avanzata richiesta di rinvio a giudizio. Il gup del Tribunale di Vibo Valentia, Marina Russo, ha fissato l’udienza preliminare per il 28 ottobre prossimo.

In particolare, Riccardo Tucci nella sua qualità di legale rappresentante della cooperativa “Assistenza Servizi telematici satellitari” sino al 19 marzo 2018, “al fine di evadere le imposte aumentando i costi da portare in deduzione del reddito e in detrazione dell’imposta sul valore aggiunto, dopo aver fatto annotare nella contabilità della società una fattura del 10 marzo 2015 emessa dalla Autolettrosat srl, relativa ad operazioni oggettivamente inesistenti, la utilizzava nelle dichiarazioni delle imposte dirette e dell’Iva dell’anno 2015 ed in tal modo evadeva le imposte per un ammontare pari a 9mila euro”. Il reato porta quale luogo di commissione Vibo Valentia in data 19 settembre 2016. [Continua in basso]

Il pm Concettina Iannazzo

Per quanto riguarda, invece, il secondo capo di imputazionedal 31 ottobre 2014 al 28 febbraio 2018 “con una pluralità di azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in qualità di legale rappresentante della “Assistenza Servizi telematici satellitari” sino al 19 marzo 2018al fine di consentire l’evasione delle imposte sui redditi e sull’Iva alla Autolettrosat srl”, Riccardo Tucci emetteva una serie di fatture che per gli inquirenti sono relative “ad operazioni oggettivamente inesistenti per un ammontare” così diviso: anno 2014 euro 18.300,00, anno 2015 euro 222.400, anno 2016 euro 204.600,00 euro, anno 2017 euro 219.600,00, anno 2018 euro 36.600,00.

Gli altri indagati

Fra gli indagati, per contestazioni simili, anche Adriano Tucci, 37 anni, di Ionadi, cugino del deputato Riccardo Tucci. In questo caso i reati sarebbero stati commessi dal 30 marzo 2018 al 28 febbraio 2019. Adriano Tucci avrebbe ereditato la cooperativa una volta che il cugino Riccardo è volato in Parlamento. A lui (Adriano Tucci) la Guardia di Finanza, in esecuzione del decreto del gip del Tribunale di Vibo, Marina Russo, aveva notificato un decreto di sequestro per 19.200 euro. Peggio ancora è andata all’ex socio di Riccardo Tucci, ovvero Vincenzo Schiavello, 48 anni, di Vibo Valentia, che si era visto notificare un decreto di sequestro per più di 775mila euro e l’interdizione di 12 mesi per l’attività di impresa. Anche nei loro confronti il pm Concettina Iannazzo ed il procuratore Camillo Falvo hanno avanzato richiesta di rinvio a giudizio . [Continua in basso]

La genesi dell’inchiesta

Il procuratore della Repubblica di Vibo Camillo Falvo

Tutto parte da un’indagine sugli adempimenti tributari della Autoelettrostat. La Guardia di finanza si è così trovata dinanzi ad una Autoelettrostat srl di Vincenzo Schiavello operativa, ad una Autoelettrostat dello stesso Vincenzo Schiavello cessata e ad una cooperativa Autoelettrostat di cui Riccardo Tucci era socio (all’epoca degli accertamenti in liquidazione), e un’ultima cooperativa sociale, costituita proprio da Riccardo Tucci che ne è stato amministratore unico dalla fondazione al dicembre 2018 e poi passata al cugino Adriano Tucci. 

Per gli inquirenti ci si trova dinanzi alla stessa realtà imprenditoriale costituita da quattro diversi soggetti economici, facenti capo a Vincenzo Schiavello, al fine di ottenere negli ultimi dieci anni un risparmio di spesa di imposta per oltre un milione di euro, con conseguente evasione delle tasse.  Le cooperative avrebbero fatturato prestazioni per servizi inesistenti, mentre la Srl – l’unica che avrebbe operato realmente – avrebbe emesso fatture per l’utilizzo di locali e attrezzature “fonte di costi non dovuti per le società cooperative e di crediti fittizi inesistenti” ma utili per compensare i debiti di imposta. [Continua in basso]

La liquidazione della cooperativa di Tucci e la compagna fra i soci

La cooperativa “Autoelettrosat” in liquidazione è stata costituita il 9 marzo 2011 da Luigino Schiavello (nominato amministratore unico), da Vincenzo Schiavello e da Riccardo Tucci ed ha cessato l’attività nel 2017 venendo formalmente cancellata dal registro delle imprese il 25 giugno 2018. Fino a tale data la società ha avuto sede legale, domicilio fiscale e luogo di esercizio a Vibo Valentia in contrada Colamazza ed ha esercitato servizi di verifica e controllo dell’installazione e disinstallazione di apparecchiature elettroniche, controllo di qualità e certificazione di prodotti. Oltre a Domenico Garcea, 36 anni, di Ionadi (amministratore unico dal 30 giugno 2016 in sostituzione di Luigino Schiavello), indagato, ed a Riccardo Tucci, dal decreto del gip si ricava che figurava tra i soci cooperatori pure “Stella Franzone”, ovvero l’attuale compagna di Riccardo Tucci che non risulta indagata nell’inchiesta.

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