giovedì,Aprile 18 2024

Apertura anno giudiziario, giustizia in forte affanno a Vibo Valentia

Diversi i riferimenti alla situazione vibonese nelle relazioni odierne del presidente della Corte d’Appello di Catanzaro e del procuratore generale. 'Ndrangheta infiltrata negli enti locali. La Cgil chiede al Csm di essere ascoltata

Apertura anno giudiziario, giustizia in forte affanno a Vibo Valentia

Non sono mancati diversi riferimenti alla situazione della giustizia nel circondario di Vibo Valentia nella relazione del presidente della Corte d’appello di Catanzaro, Domenico Introcaso, pronunciata oggi nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del Distretto catanzarese. Nella relazione si fa anzitutto riferimento all’arrivo, sulle coste in particolare delle province di Crotone e Vibo Valentia, di “moltissimi minori stranieri non accompagnati in condizione di evidente difficoltà e senza riferimenti familiari”. Dal 2010 a oggi risultano iscritte al Tribunale di Catanzaro 7.517 procedure relative ai minori non accompagnati. Un altro tema trattato da Introcaso nella sua relazione ha riguardato invece le piante organiche di tutti gli uffici del distretto (requirenti e giudicanti) – ritenute “inadeguate sia in relazione al numero dei magistrati che a quello del personale amministrativo. L’aumento di organico ha consentito una migliore aggressione dell’arretrato ma restano sopravvenienze elevatissime, soprattutto per la qualità. La varianza resta singolarmente stabile: vi è assoluta simmetria tra nuovi ingressi di magistrati in prima destinazione e trasferimenti. Le dinamiche relative ai trasferimenti – riferisce ancora il presidente della Corte d’appello – presentano una ricorrenza temporale ormai quadriennale, in coincidenza con il periodo di maturazione del requisito minimo di permanenza nell’ufficio, tale da determinare scoperture medie del 25% nei sette tribunali del distretto, con punte drammatiche a Vibo, Castrovillari e Catanzaro”. Introcaso ha poi evidenziato il dato della “partecipazione diretta” degli affiliati alla ‘ndrangheta alle attività istituzionali, come dimostrano i gli scioglimenti di “numerosissime amministrazioni comunali e di formazione intermedia per infiltrazione e influenza mafiosa”, specie nel Vibonese. Gli uffici giudiziari del distretto di Catanzaro – ha ricordato Introcaso – sono “sempre più spesso chiamati a deliberare provvedimenti di incandidabilità impugnati dagli amministratori”. Dal canto suo, il procuratore generale di Catanzaro, Otello Lupacchini, nella sua relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario del Distretto catanzarese ha invece ricordato, fra le altre cose, il procuratore di Vibo Valentia, Bruno Giordano, scomparso a fine 2018 dopo una lunga malattia e che ha lasciato un vuoto incolmabile.                                                                                                                  Udite le relazioni, la Cgil (con il segretario confederale della Cgil Area Vasta, Raffaele Mammoliti, e il segretario della Funzione pubblica Franco Grillo) ha quindi ricordato che oltre alle carenze del personale amministrativo, non vanno “assolutamente sottovalutate le criticità relative alle condizioni di lavoro, di salute e sicurezza nel luogo di lavoro di coloro i quali, a ogni livello, operano nel campo della giustizia”. Da qui la richiesta indirizzata al presidente del Tribunale di Vibo Valentia “di essere ascoltati in occasione della visita del vice presidente del Consiglio superiore della Magistratura, prevista a Vibo per il prossimo 28 gennaio, allo scopo poter rappresentare la situazione di disagio relativo alle condizioni di salubrità e sicurezza di uno stabile a Vibo che, ogni giorno, viene frequentato da moltissime persone, che siano lavoratori, operatori di settore o semplici cittadini. Apprezziamo molto la disponibilità manifestata dal magistrato Giovanni Garofalo – conclude la Cgil – il quale ci ha assicurato che si farà latore verso i rappresentanti del Csm delle nostre proposte”.

 

 

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