giovedì,Marzo 28 2024

Chiusura Bper a Fabrizia, le proteste dell’Udicon

Il presidente Denis Nesci chiede ai vertici della banca di rivedere le proprie decisioni. Le motivazioni alla base della scelta ritenute non convincenti

Chiusura Bper a Fabrizia, le proteste dell’Udicon

“Le affermazioni del responsabile della Direzione territoriale Mezzogiorno della Banca popolare del Mezzogiorno e le motivazioni che dovrebbero giustificare la chiusura della sede di Fabrizia della Bper Banca, non ci convincono”. E’ quanto afferma il presidente nazionale U.Di.Con., Denis Nesci, che chiede ai vertici dell’istituto bancario di rivedere le proprie posizioni. “Non credo – afferma Denis Nesci – che ragioni economiche, ovvero riorganizzazione aziendale possano e debbano compromettere l’offerta di servizi ad una comunità locale abitata da una utenza che si trova in una posizione geograficamente disagiata e che necessita assolutamente della presenza di uno sportello bancario già presente sul territorio da oltre cento anni. Qualora codesta Direzione non ne fosse informata, i cittadini di Mongiana, Nardodipace, Serra San Bruno, Brognaturo, Spadola e Simbario – che gravitano intorno al centro di Fabrizia e che costituiscono la clientela di codesta banca – subirebbero enormi disagi per la decisione di chiusura. L’ U.Di.Con da me rappresentata protesta vivamente per una decisione unilaterale che penalizza un territorio in crescita, un’intera zona che ha sempre profuso e profonde ogni sforzo per conservare le proprie radici storiche. L’ U.Di.Con. si opporrà in ogni sede ad una decisione che non è condivisa dai residenti della zona per il suo carattere penalizzante, mortificante ed ingiusto. La decisione unilaterale ed improvvisa di Bper Banca di eliminare la propria storica presenza nel comune di Fabrizia, non tiene conto delle esigenze della propria clientela e sembra dettata non da un’effettiva esigenza di razionalizzare la propria struttura, ma da una logica spregiudicata di posizionamento geografico volta a penalizzare il territorio. Inoltre – prosegue Nesci – in un periodo storico come quello che stiamo attraversando, di crisi, in cui già le famiglie e le imprese si sentono depauperate di una serie di servizi e presìdi istituzionali, l’ulteriore venir meno dello sportello bancario, punto di riferimento anche per i suddetti paesi vicini, avrà sicuramente un notevole impatto negativo sul contesto economico e sociale del territorio. Attendo – conclude Denis Nesci – un cortese e rapido riscontro, chiedendo ai vertici dell’istituto bancario ed al prefetto di Vibo Valentia, cui la stessa è diretta in copia, un autorevole intervento a sostegno delle ragioni di territorio che non può essere mortificato”. 

 

 

top