mercoledì,Aprile 24 2024

Le madri coraggio vibonesi e quell’urlo di dolore mai spento

Le storie di Filippo Ceravolo, Francesco Prestia Lamberti, Stefano Piperno e Francesco Vangeli, vittime della violenza e della prevaricazione mafiosa raccolte da Libera nell’iniziativa “L’amore oltre l’oblio”

Le madri coraggio vibonesi e quell’urlo di dolore mai spento

«Anna, Marzia, Luigia ed Elsa. Quattro madri distrutte terribilmente il giorno in cui hanno ucciso brutalmente i loro figli, quel giorno maledetto in cui la ‘ndrangheta è entrata nelle loro vite con prepotenza e fragore. Quattro madri piegate dal dolore ma che non hanno mai abbassato la testa, quattro madri che lottano con forza e veemenza per ottenere verità e giustizia per i loro figli. Madri coraggio che ci raccontano la storia di una terra dura e ci insegnano come dal quel lutto, sia piano piano germogliata speranza di un tempo nuovo e rivendicazione di una terra libera». Sono le storie di ordinario coraggio della madri chiamate a raccolta da Libera Vibo, con l’iniziativa “L’amore oltre l’oblio. Storie di madri contro la ‘ndrangheta” un momento di riflessione e di cura della memoria delle giovani vittime del territorio vibonese, vittime innocenti della cultura della violenza densa di mafiosità. Madri che, ha spiegato Libera nel corso dell’iniziativa, «lottano per i propri figli, ma non solo. Lottano per i figli delle altre madri affinché non ci siano più storie come queste, affinché i giovani possano sentirsi liberi di amare, di vivere i propri luoghi e la propria vita, di vivere le proprie fragilità senza che qualcuno decida per loro e ne decreti la morte. Una terra quella del Vibonese, raccontata al femminile con la forza e la ribellione di chi non si arrende. Che sia monito per le nostre coscienze, perché quando anche uno solo sia privato del diritto più importante che è quello alla vita, vuol dire che tutti gli altri non sono stati abbastanza vigili da difenderlo. Grazie alle mamme e ai papà di Filippo Ceravolo, Francesco Prestia Lamberti, Stefano Piperno e Francesco Vangeli. Grazie perché sono loro che ridanno dignità a questa terra e a questo tempo».

 

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