mercoledì,Aprile 24 2024

Intimidazioni al maggiore dei carabinieri, a giudizio Leone Soriano

Contestati i reati di minaccia e calunnia aggravati dalle finalità mafiose consumati attraverso una cartolina inviata dal 55enne di Filandari al comando dell’Arma di Vibo

Intimidazioni al maggiore dei carabinieri, a giudizio Leone Soriano
Leone Soriano

Minaccia aggravata dalle modalità mafiose e calunnia aggravata dalle finalità mafiose. Questi i reati per i quali il gup distrettuale, Claudio Paris, ha rinviato a giudizio Leone Soriano, 55 anni, ritenuto al vertice dell’omonimo clan di Pizzinni di Filandari. Soriano è accusato dalla Dda di Catanzaro di aver spedito una cartolina all’indirizzo del maggiore dei carabinieri, Valerio Palmieri, all’epoca alla guida del Nucleo Investigativo di Vibo Valentia (ora in servizio a Reggio Calabria con il grado di tenente colonnello), recante espressioni minatorie del seguente tenore: “Per falsità e tutte le porcate che avete fatto, siete peggio dei vostri colleghi che hanno ucciso Stefano Cucchi. Volete impartire la legalità, ma vergognatevi”. Il maggiore dei carabinieri Palmieri doveva essere sentito come teste dell’accusa nel processo dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia nato dall’operazione “Nemea” contro il clan Soriano, in relazione alle indagini svolte. La contestazione a carico di Leone Soriano copre un arco temporale ricompreso fra il 30 luglio ed il 17 agosto dello scorso anno.

Mediante l’invio della cartolina, recapitata il 17 agosto 2019 al Comando provinciale dei carabinieri di Vibo Valentia ed indirizzata al maggiore Palmieri, Leone Soriano – all’epoca detenuto nel carcere di Torino – ha quindi accusato l’ufficiale di polizia giudiziaria di aver attestato delle “falsità” e delle “porcate”, incolpandolo così di aver commesso dei reati, pur sapendolo innocente. Da qui l’ulteriore accusa nei confronti di Leone Soriano di calunnia aggravata dalle finalità mafiose. Le due condotte intimidatorie nei confronti del principale investigatore dell’inchiesta “Nemea” sono aggravate anche dalla recidiva specifica, reiterata ed infraquinquennale. Leone Soriano è difeso dall’avvocato Diego Brancia. Il processo si aprirà il 20 dicembre prossimo dinanzi al Tribunale di Vibo Valentia.
Non è la prima volta che Leone Soriano rivolge minacce a Valerio Palmieri. Alcune sono state contestate nell’inchiesta “Nemea”.

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