giovedì,Aprile 25 2024

Amministratori nel mirino della criminalità, Vibo seconda provincia della Calabria

L’associazione “Avviso pubblico” illustra il rapporto 2018. Segnalato anche il dato sullo scioglimento dei Comuni e la tipologia di intimidazione più utilizzata

Amministratori nel mirino della criminalità, Vibo seconda provincia della Calabria

L’associazione “Avviso pubblico”, impegnata da oltre vent’anni in varie attività a tutela della legalità, ha pubblicato oggi l’annuale rapporto “Amministratori sotto tiro”, che prende in esame la situazione italiana, regione per regione, sotto il profilo delle minacce e delle intimidazioni nei confronti di amministratori locali e personale della pubblica amministrazione. Per quanto concerne la Calabria, sono 56 i casi censiti nel 2018 e rappresentano il dato più basso registrato nella regione dal 2015 (quando i casi furono 52). «Ma non devono indurre a sottovalutare il fenomeno: dal 2013 – rimarcano dall’associazione – gli atti intimidatori contro amministratori locali e personale della Pubblica amministrazione sono stati 384, uno ogni sei giorni». Nel Vibonese, nel corso del 2018, si sono registrati 12 atti intimidatori. «Metà dei casi sono avvenuti a Tropea, Comune sciolto per mafia nel 2017 e alle prese con una delicata campagna elettorale nel 2018. A gennaio – si legge nel rapporto – il dirigente dell’Ufficio tecnico Vincenzo Giannini è stato pestato da due sconosciuti all’uscita del Comune. Successivamente i commissari prefettizi in una nota hanno denunciato altre due intimidazioni ricevute nelle settimane precedenti, chiedendo alla popolazione di prendere posizione: “Scelgano da che parte stare”. A settembre il candidato sindaco Giovanni Macrì ha denunciato ai carabinieri di essere stato aggredito verbalmente. Un uomo lo avrebbe avvicinato e minacciato: “Ti uccido, ti aspetto davanti al Comune, tu la lista non la presenti”. A novembre, pochi giorni dopo le Comunali, va a fuoco l’auto del padre del consigliere di maggioranza Carmine Godano» . 

In generale è stato evidenziato come la tipologia di minaccia più utilizzata fra i 574 casi nazionali registrati nel 2018 sia l’incendio, ma con una incidenza percentuale in netto calo rispetto al 2017 (dal 28% al 19%). Aumentano le aggressioni (dal 10 al 15%), le minacce verbali (dal 9 al 12,5 per cento), quelle veicolate sui social network (dal 9 al 12%) e le scritte offensive/minacciose (dal 5 all’8 per cento). Diversamente si registra un calo delle lettere e dei messaggi intimidatori (dal 14 al 11,5%). Il quadro della tipologia di minacce utilizzate che ci restituisce il 2018 risulta pertanto più multiforme rispetto al passato. Altro aspetto da sottolineare, una maggiore diversificazione nella tipologia di minacce tra Nord e Sud rispetto ai precedenti Rapporti. Gli incendi, prima tipologia di minaccia al Sud e nelle Isole, si trovano solo al 6°posto nell’area Centro-Nord. Analogamente lettere e messaggi intimidatori, prima tipologia di minaccia al Centro-Nord, si classificano all’8°posto nell’area Sud-Isole. In Calabria la provincia di Vibo è al secondo posto per minacce agli amministratori, subito dopo Reggio Calabria con 17 casi e prima di Crotone (11), Cosenza (10) e Catanzaro (6). Tre nel Vibonese, infine, i Comuni sciolti per mafia nel 2018: Limbadi, Briatico e San Gregorio d’Ippona. L’escalation di intimidazioni nei confronti degli amministratori, purtroppo, non si è fermata neanche nel 2019. Ed è di appena qualche giorno fa l’ultima in ordine di tempo, quella nei confronti dell’assessore di Filandari Giuseppe Antonio Artusa, al quale hanno preso a colpi d’arma da fuoco il garage ed incendiato l’autovettura.

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