giovedì,Marzo 28 2024

Processo “Costa Pulita” in appello: ammesso l’esame del collaboratore Giuseppe Comito

L’operazione antimafia è scattata nel 2016 contro i clan Accorinti-Bonavita-Melluso di Briatico, Il Grande di Parghelia e Mancuso di Limbadi. Sono 30 gli imputati e fra loro anche imprenditori ed ex politici

Processo “Costa Pulita” in appello: ammesso l’esame del collaboratore Giuseppe Comito
Nel riquadro Giuseppe Comito
Nazzareno Colace

Accolta dalla Corte d’Appello di Catanzaro la richiesta di integrazione probatoria avanzata dalla pubblica accusa nel processo di secondo grado nato dall’operazione antimafia denominata “Costa Pulita”. Verrà così ascoltato in aula il collaboratore di giustizia di Vibo Marina, Giuseppe Comito, così come richiesto dal pm Andrea Mancuso, per tale processo applicato alla Procura generale. Giuseppe Comito dovrà riferire sul clan Accorinti di Briatico.

Accolta, parimenti, la richiesta difensiva di rinnovazione della prova dibattimentale per Giancarlo Lo Bianco, imprenditore di Porto Salvo nel settore dei trasporti, condannato in primo grado con rito abbreviato a 4 anni, 5 mesi e 10 giorni per estorsione aggravata dal metodo mafioso, per aver impedito ad un altro imprenditore di prendere parte ad una commessa della Foppiani Spa, general contractor della Nuovo Pignone General Electric. La Corte d’Appello ha ritenuto “rilevanti” i verbali del dibattimento, in corso di celebrazione dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia con rito ordinario prodotti dalla difesa (avvocati Brancia e Staiano), relativi ai testi Condoleo, Zanon e De Renzo che, secondo la prospettazione della difesa, scagionerebbero l’imprenditore. [Continua in basso]

La Corte d’Appello ha inoltre oggi sciolto la questione relativa all’incompatibilità di uno dei componenti del Collegio, atteso che il giudice Fabrizio Cosentino era componente del Collegio dell’inchiesta “Black money” ed è chiamato ora a giudicare in “Costa Pulita” su un capo di imputazione connesso e riguardante l’associazione mafiosa dei Mancuso. La Corte ha rigettato la richiesta di astensione.

La sentenza di primo grado per l’operazione “Costa pulita” è stata emessa il 31 luglio 2018 dal gup distrettuale Pietro Carè. Una sentenza storica dal punto di vista giudiziario perché per la prima volta è stata riconosciuta l’esistenza di un’associazione mafiosa radicata nel territorio comunale di Briatico – il clan Accorinti-Bonavita-Melluso – e di un’altra avente la sua roccaforte a Parghelia: il clan Il Grande. [Continua in basso]

Fra le condanne di primo grado appellate dalle difese, anche quelle nei confronti degli ex sindaci di Briatico Andrea Niglia (condanna che gli è costata anche la carica di presidente della Provincia di Vibo) e Francesco Prestia (2 anni a testa per corruzione elettorale aggravata dalle finalità mafiose, più cinque anni di interdizione dai pubblici uffici) oltre a quella – più pesante – nei confronti dell’ex consigliere comunale di Briatico Sergio Bagnato (4 anni per concorso esterno in associazione mafiosa, più 5 anni di interdizione dai pubblici uffici).

Leonardo Melluso

Gli altri imputati e le condanne rimediate in primo grado: 14 anni e 8 mesi Antonino Accorinti (la Dda aveva chiesto 20 anni di reclusione), indicato come il capo dell’omonimo clan di Briatico; 12 anni Antonio Accorinti, figlio di Antonino Accorinti (anche per lui erano stati chiesti 20 anni di carcere); 10 anni e 8 mesi per Cosmo Michele Mancuso (cl. ’49), boss di Limbadi dell’omonimo clan (chiesti 10 anni); 14 anni Nazzareno Colace, di Portosalvo (chiesti 14 anni); 10 anni Leonardo Melluso (cl. ’65), pure lui di Briatico, indicato quale capo dell’omonimo clan (14 anni); 8 anni e 8 mesi Emanuele Melluso, di Briatico (14 anni); 8 anni e 8 mesi Simone Melluso, di Briatico (chiesti 18 anni); 7 anni Salvatore Muggeri (cl. ’77), genero di Antonino Accorinti (chiesti 12 anni); 10 anni Carmine Il Grande, indicato quale capo dell’omonimo clan di Parghelia (12 anni); 8 anni Ferdinando Il Grande, di Parghelia (10 anni); 8 anni Gerardo La Rosa, di Parghelia (10 anni); 6 anni e 8 mesi Giuseppe Evalto (cl. ’63), imprenditore originario di Spilinga ma residente a Pizzo (6 anni); 8 anni per Giuseppe Granato, imprenditore di Briatico (14 anni); 4 anni, 5 mesi e 10 giorni Giancarlo Lo Bianco (cl. ’80), imprenditore di Portosalvo (6 anni); 8 anni Francesco Grillo (cl. ’79) di Paradisoni di Briatico, titolare di una ditta attiva nel commercio all’ingrosso della frutta (10 anni); 6 anni e 8 mesi Francesco Marchese (cl. ’86), di Briatico (12 anni); 6 anni Salvatore Muzzupappa (cl. ’71), di Nicotera (6 anni); 7 anni e 4 mesi Pasquale Prossomariti, di Santa Domenica di Ricadi (10 anni); 6 anni Felice Lo Iacono, di San Costantino di Briatico (9 anni); 8 anni Giancarlo Lo Iacono, di Zambrone (14 anni); 8 anni Salvatore Prostamo, di Briatico (chiesti 12 anni); 8 anni Giovanni Rizzo (cl. ’82), di Nicotera Marina (6 anni); 8 anni Carlo Russo, di Zambrone (14 anni); 4 anni e 8 mesi Davide Surace (cl. ’85), di Spilinga (10 anni); 4 anni e 8 mesi Federico Surace (cl. ’91), di Spilinga (10 anni); 2 anni Eugenya Umyarova (cl. ’73) dell’Uzbekistan (3 anni e 4 mesi); 2 anni Francesca Galea, di Siderno (un anno e 10 mesi).

Il rito abbreviato scelto dagli imputati ha consentito loro di usufruire di uno sconto di pena pari ad un terzo. Associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, usura, corruzione elettorale, concorso esterno in associazione mafiosa, detenzione illegale di armi, estorsione e danneggiamento i reati, a vario titolo, contestati.
Gli imputati (politici compresi) sono stati altresì condannati a risarcire gli enti pubblici che si sono costituiti parti civili nel processo, ovvero la Regione Calabria, la Provincia di Vibo Valentia, il Comune di Briatico, il Comune di Vibo Valentia, il Comune di Parghelia, l’associazione Antiracket ed Antiusura della Provincia di Vibo, e “Alilacco-Sos Impresa”.

Questi gli avvocati impegnati nel processo: Giuseppe Bagnato; Francesco Sabatino; Armando Veneto; Francesco Lojacono; Antonio Porcelli; Diego Brancia; Sergio Rotundo; Giuseppe Di Renzo; Giovanni Vecchio; Vincenzo Gennaro; Francesco Calabrese; Nicola Cantafora; Vincenzo Galeota; Paola Stilo; Brunella Chiarello; Stefania Mantelli; Nicola Marcella; Riccardo Adamo; Giovanni Aricò; Luca Cianferoni; Adriano Bazzoni; Francesco Gambardella; Michele Accorinti; Vincenzo Trungadi; Pietro Marino; Antonello Fuscà; Gabriele D’Ottavio; Pasqualino Circosta; Giuseppe Altieri; Guido Contestabile; Massimo Pugliese; Francesco De Luca; Anselmo Torchia; Daniela Garisto; Marco Talarico; Sandro Furfaro; Gregorio Viscomi; Antonio Corsaro; Salvatore Pisani; Damiano Vita; Graziella Scionti; Antonio Cimino; Marco Oldani; Fabio Oldani; Domenico Francica; Daniela Costa; Vincenzo Cicino; Salvatore Staiano; Antonio Speziale; Francesco Schimio; Patrizio Cuppari.

Per altri 49 imputati che hanno invece optato per il rito ordinario il processo di primo grado è invece ancora in corso dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia.

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