venerdì,Marzo 29 2024

Sorveglianza speciale respinta per comandante navi vibonese

La misura di prevenzione avanzata dalla Dda di Catanzaro sulla scorta delle risultanze dell’operazione antimafia “Costa pulita” in cui risulta imputato. Accolte le argomentazioni del difensore

Sorveglianza speciale respinta per comandante navi vibonese

Disattesa dal Tribunale di Catanzaro, sezione “Misure di Prevenzione”, la proposta di applicazione della della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di dimora per tre anni, avanzata dalla Procura di Catanzaro nei confronti di Francesco Zungri, 59 anni, di Briatico, comandante di navi. L’avvocato Luigi La Scala, suo difensore, è riuscito a dimostrare l’assenza di elementi univoci di giudizio per affermare l’appartenenza del proposto ad una associazione mafiosa.

La richiesta della Dia era stata formulata sulla scorta del compendio indiziario emerso nel procedimento penale nato dall’operazione “Costa pulita” che vede tuttora imputato Francesco Zungri del reato di intestazione fittizia di beni, aggravata dalle finalità mafiose (nel caso di specie l’agevolazione del clan Accorinti di Briatico). Il processo si sta svolgendo con rito ordinario dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia unitamente ad altri numerosi imputati. Il comandante Francesco Zungri, per il tramite dell’avvocato Luigi La Scala, ha versato in atti una copiosa schiera di documenti dai quali è stato possibile trarre spunti per affermare da parte del Tribunale l’inesistenza di un qualsiasi pericolo, anche generico, per l’ordine e la sicurezza pubblica. In particolare, la difesa ha documentato la biografia lavorativa di Francesco Zungri che svolge da 25 anni attività lavorativa altamente specializzata, possedendo la qualifica/abilitazione alla funzione superiore di responsabile della conduzione nautica e esercitando attività di comando su navi da crociera che l’hanno portato per lunghi periodi anche all’estero, tanto da essere insignito della medaglia d’onore per lunga navigazione. “Esprimo soddisfazione – ha commentato l’avvocato La Scala  perché il Tribunale ha esaminato con grande scrupolo tutti i documenti che danno atto della ricorrenza di elementi di natura oggettiva di segno contrario rispetto alla ritenuta sussistenza dei presupposti per l’applicazione della misura di prevenzione personale per come proposta dalla Procura della Repubblica di Catanzaro e lasciano aperto un ventaglio di altre legittime e lecite ipotesi”. 

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