sabato,Aprile 20 2024

Morte sospetta a Vibo, Nesci interroga il ministro Lorenzin

La deputata grillina chiede al ministro della Salute l’invio urgente di ispettori per far luce su quanto accaduto e su eventuali responsabilità del personale medico e sanitario.

Morte sospetta a Vibo, Nesci interroga il ministro Lorenzin

Ieri sera al Pronto Soccorso dell’ospedale “Jazzolino” della città capoluogo di provincia è deceduta Domenica Mandaradoni, 40 anni. La donna venerdì, accompagnata al presidio ospedaliero cittadino perché presentava i sintomi classici dell’influenza virale, era stata dimessa. Ieri il nuovo ricovero per l’aggravarsi della situazione, in serata il decesso.

Muore all’ospedale di Vibo dopo una semplice influenza – VIDEO

Su questo nuovo presunto caso di malasanità la deputata del Movimento 5 stelle ha presentato un’interrogazione rivolta al presidente del Consiglio e ai ministri della Salute e dell’Economia. Nello specifico Dalila Nesci chiede al ministro della salute «se con urgenza non intenda inviare ispettori per far luce su quanto accaduto e su eventuali responsabilità del personale medico e sanitario».

«È doveroso – continua – un accertamento ministeriale parallelo alle indagini della magistratura, già operativa per ricostruire fatti e responsabilità del caso. È assurdo che una signora di 40 anni possa morire come ha raccontato la stampa, lasciando peraltro due figli».

E, ancora: «indipendentemente dal lavoro della magistratura, che mi auguro proceda con la rapidità necessaria, l’episodio non può lasciare indifferente il governo. Troppo spesso la cronaca registra fatti del genere in Calabria, che devono obbligare il potere nazionale e regionale a rivedere completamente i modi di agire. La sanità calabrese è in una fase di gravissima sofferenza, che richiede responsabilità, concretezza e investimenti, soprattutto per l’incremento del personale».

Conclude la deputata pentastellata: «non ho parole perché da parlamentare di opposizione segnalo puntualmente al governo centrale le gravi carenze e difficoltà della sanità calabrese, ogni volta ignorate. Non siamo figli di un dio minore».

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