giovedì,Aprile 25 2024

Aggressione a una dottoressa dell’ospedale di Vibo: misura cautelare per un indagato di Rinascita Scott

L’indagine è stata condotta dalla Squadra Mobile che ha ricostruito gli avvenimenti. Violenza, minaccia e lesioni personali i reati contestati

Aggressione a una dottoressa dell’ospedale di Vibo: misura cautelare per un indagato di Rinascita Scott
La Questura di Vibo Valentia

La polizia di Vibo Valentia ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare personale del divieto di avvicinamento nei confronti di Gaetano Staropoli, 53 anni, di Vibo Valentia, al quale vengono contestati i reati di violenza e minaccia a pubblico ufficiale, oltre al reato di lesioni personali aggravate ai danni di un medico. Si tratta dell’epilogo di un’indagine condotta dalla Squadra Mobile e coordinata dalla Procura di Vibo Valentia.
Gaetano Staropoli è accusato di essersi recato il mese scorso nei locali del Pronto soccorso dell’ospedale “Jazzolino” di Vibo aggredendo una dottoressa, afferrata per il camice poi le mani al collo e sbattuta al muro. L’aggressione è costata 8 giorni di prognosi.
Staropoli, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe preteso che il padre fosse ricoverato nonostante non vi fosse la disponibilità di posti letto. Da qui il 53enne sarebbe andato in escandescenza finendo per aggredire la dottoressa con l’intento di obbligarla a distogliere l’ambulanza e a ricoverare subito il familiare. Al termine delle indagini gli è stato imposto il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla professionista non avvicinandosi alla stessa e mantenendo una distanza minima di 250 metri, con ulteriore divieto di comunicare con la donna per tutta la durata della misura. E’ difeso dall’avvocato Giuseppe Di Renzo.
Gaetano Staropoli è finito anche nell’operazione Rinascita Scott con l’accusa di aver attribuito fittiziamente le quote della società di costruzioni “Staropoli Costruzioni srl” al figlio Michele Staropoli, 28 anni, di Ionadi ed alla moglie Pasqualina Rito, 51 anni, al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di prevenzione patrimoniale dopo un avviso di conclusione indagini nei suoi confronti ad opera della Dda nell’ottobre del 2013. Nell’aprile del 2020, il Riesame di Catanzaro (in accoglimento delle argomentazioni sollevate dall’avvocato Di Renzo) ha fatto cadere l’aggravante mafiosa nella contestazione rivolta a Staropoli e da qui il trasferimento degli atti dalla Dda alla Procura di Vibo Valentia che, però, ad oggi non ha ancora esercitato l’azione penale per tale vicenda.

Dall’avvocato Giuseppe Di Renzo riceviamo e pubblichiamo: Ricevo incarico da Staropoli Gaetano al precipuo fine di lumeggiare alcune considerazioni che da qualche tempo appaiono sulla stampa e non ultima sulla Vs. testata in ordine all’episodio del 05.04.2022, posto che le medesime sono il frutto dell’unilaterale ricostruzione operata dall’asserita persona offesa e, pedissequamente in assenza di sostanziali riscontri, fatta propria dal GIP. Pur non essendo questa la sede per “discutere” il giudizio, si rappresenta che Staropoli Gaetano ha riferito a questo difensore una serie di circostanze che destrutturano la contestazione ed evidenziano notevolissime manchevolezze della Struttura ospedaliera in ordine alla cura e gestione del paziente ed alla modalità di tenuta dei rapporti con i familiari del paziente medesimo. Argomenti che si riservano per il prossimo espletando interrogatorio di garanzia. Non senza significato in effetti è il dato di fondo che dopo una lunghissima attesa, al padre dello Staropoli, affetto da cecità totale, veniva riscontrata la frattura della rotula del ginocchio destro. A causa dell’asserita mancanza di posti letto, il sig. Staropoli Michele avrebbe dovuto essere trasferito presso una diversa struttura ospedaliera. Si precisa che il paziente si trovava su una barella, da solo e senza nessun familiare che potesse assisterlo nonostante il suo grave handicap. L’indagato fu avvertito dal padre che il trasferimento presso il nosocomio di Polistena dovesse effettuarsi con mezzo privato.
Dinanzi all’assurdità della vicenda lo Staropoli si recava al Pronto Soccorso per interloquire con la dottoressa di turno e rappresentare l’impossibilità di provvedere al trasferimento nelle modalità indicate, in considerazione delle condizioni in cui versava il paziente e delle conseguenti responsabilità. La dottoressa, stando al racconto del mio Assistito, rispose che se non avesse trasportato il padre a Polistena, “per lei poteva anche morire là perché non le interessava niente”. Si precisa, infine, che lo Staropoli non ha mai preteso il ricovero presso lo Jazzolino, consapevole del fatto che nella Struttura non vengono effettuati interventi di ortopedia. Da ultimo si osserva come sia del tutto irrilevante il riferimento al procedimento denominato convenzionalmente “Operazione Rinascita – Scott” posto che nel medesimo lo Staropoli ha avuto a proprio favore l’annullamento della misura all’esito del giudizio di riesame e che peraltro come da Voi correttamente osservato fu revocata la contestata aggravante di cui all’art. 416bis.1 c.p. e trasmesso per competenza funzionale il fascicolo alla Procura ordinaria di Vibo Valentia. Da destituirsi, altresì, di fondamento il dato che il mio rappresentato sia un pregiudicato, non avendo riportato condanne e risultando allo stato incensurato“.

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