Imponimento: Emanuele Stillitani lascia gli arresti domiciliari
Per l’imprenditore, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa ed estorsione aggravata dal metodo mafioso, il Tribunale di Lamezia ha deciso per l’obbligo di firma quale misura cautelare
Il Tribunale di Lamezia Terme ha sostituito la misura degli arresti domiciliari con l’obbligo di firma nei confronti di Emanuele Stillitani, 67 anni, di Pizzo, imputato nel processo nato dall’operazione antimafia denominata Imponimento. Stillitani, imprenditore, era detenuto dal 21 luglio del 2020 in esecuzione di un fermo della Dda di Catanzaro poi convertito in ordinanza dal gip distrettuale. L’inchiesta Imponimento mira principalmente a colpire il clan Anello di Filadelfia ed il 21 luglio 2020 portò all’arresto di 75 persone tra soggetti ritenuti affiliati o comunque vicini alla consorteria, oltre ad imprenditori, amministratori locali ed esponenti delle forze dell’ordine.
Emanuele Stillitani è imputato per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo l’accusa avrebbe consentito alla cosca di infiltrarsi nelle strutture turistiche che gestiva con il fratello Francescantonio, di 69 anni, ex assessore regionale ed ex sindaco di Pizzo, pure imputato nel medesimo processo ed attualmente agli arresti domiciliari. Nei confronti dei fratelli Stillitani viene mossa anche l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso.
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