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Gestione a Vibo delle società di Franco Barba: reati prescritti in appello

Caduta l’aggravante mafiosa nell’inchiesta della Dda di Catanzaro chiusa dopo dieci anni. Contestata l’intestazione fittizia di beni e il reato di sottrazione fraudolenta di valori. Revocata la confisca disposta in primo grado

Gestione a Vibo delle società di Franco Barba: reati prescritti in appello
La Corte d'Appello di Catanzaro
Franco Barba

Riformata dalla Corte d’Appello di Catanzaro la sentenza emessa dal Tribunale collegiale di Vibo Valentia il 20 dicembre dello scorso anno e relativa alla gestione delle società di Franco Barba, 60 anni, di Vibo Valentia. In primo grado era stato condannato a 4 anni e 6 mesi, ma con esclusione delle aggravanti mafiose. Per Vincenzo Barba, 36 anni (figlio di Franco Barba) era stata invece dichiarata la prescrizione dei reati. Avverso tale sentenza aveva proposto appello la Dda di Catanzaro affinchè venisse riconosciuta l’aggravante mafiosa, così differendo i termini di prescrizione dei reati. La Corte d’Appello ha però rigettato l’impugnazione della Dda e ha dichiarato la prescrizione dei reati contestati a Franco Barba. La Corte ha anche rigettato l’appello proposto contro Vincenzo Barba, confermando la sentenza di primo grado e quindi la prescrizione nei suoi confronti. Disposta anche la restituzione dei beni oggetto di sequestro e confiscati in primo grado. Entrambi gli imputati (per i quali era stata proposta l’impugnazione) sono stati difesi dall’avvocato Diego Brancia. La Procura generale di Catanzaro aveva chiesto la condanna per Franco Barba ed il figlio Vincenzo a 6 anni di reclusione ciascuno. In primo grado l’esclusione dell’aggravante mafiosa aveva consentito di dichiarare la prescrizione per il reato di sottrazione fraudolenta dei valori. [Continua in basso]

La Dda aveva impugnato la sentenza di primo grado per i due imputati cercando di far riconoscere l’aggravante mafiosa che avrebbe consentito di raddoppiare il termine di prescrizione. La difesa ha invece sostenuto che, prescindendo dalla condanna per l’operazione Nuova Alba rimediata da Franco Barba, la costituzione della nuova società avesse avuto una finalità privatistica e non finalizzata ad agevolare la consorteria mafiosa di riferimento. Anche la difesa per Franco Barba aveva proposto appello avverso la condanna alla pena di anni 4 e mesi 6 (per la presenza della recidiva). L’appello è stato accolto e previa esclusione della recidiva è stata dichiarata la prescrizione. Revocata dalla Corte d’Appello la confisca della cooperativa “Eurobulding due”.
Il procedimento era nato da un’inchiesta della Dda di Catanzaro sull’intestazione fittizia dei beni di Franco Barba e sulle presunte minacce agli amministratori giudiziari.

Il procedimento penale è stato iscritto nel registro delle notizie di reato l’8 gennaio 2009, ma l’avviso di conclusione delle indagini preliminari da parte della Dda di Catanzaro è arrivato solo dieci anni dopo, nel marzo 2019. Franco Barba si trova attualmente imputato nel maxiprocesso Rinascita Scott.

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