giovedì,Aprile 25 2024

Antenna Wind, il Comune di Stefanaconi ordina la demolizione delle opere già realizzate

Nell’ordinanza dell’Ufficio tecnico si chiede anche il ripristino dello stato dei luoghi pena l’acquisizione al patrimonio dell’Ente e una sanzione. Il Comitato alza il tiro: «L’azienda ha agito con spregiudicatezza, va perseguita penalmente»

Antenna Wind, il Comune di Stefanaconi ordina la demolizione delle opere già realizzate

Il Comune di Stefanaconi, attraverso un atto del competente Ufficio tecnico, ha ordinato l’immediata demolizione delle opere eseguite ai fini della realizzazione di un antenna di telefonia mobile e il ripristino dei luoghi interessati dagli interventi.

L’ordinanza, indirizzata alla società Wind, è motivata sulla base della mancanza dei titoli abilitativi e dovrà essere eseguita entro 90 giorni dalla notifica dell’atto. Si tratta, nel dettaglio, di un plinto di fondazione della stazione radio base, consistente in una struttura in cemento armato della dimensione di 3×3 metri, di una corona circolare composta da 32 tondini di ferro e dello scavo di sbancamento che, secondo quanto contenuto nell’ordinanza stessa, sarebbero stati realizzati prima del 26 maggio scorso, data in cui l’azienda ha trasmesso la comunicazione d’inizio lavori al Dipartimento Lavori pubblici e acque servizio tecnico decentrato (ex Genio civile) di Vibo Valentia.

«Se il responsabile dell’abuso – si legge nell’ordinanza – alla demolizione e al ripristino dei luoghi nel termine di 90 giorni dall’ingiunzione, il bene e l’area di sedime, nonché quella necessaria alla realizzazione di opere analoghe a quella abusiva, sono acquisiti di diritto al patrimonio del Comune». Non solo, «in caso di inottemperanza si applicherà una sanzione pecuniaria di importo compreso tra i 2mila e i 20mila euro».

Il Comune si è già peraltro opposto in diverse occasioni alla costruzione dell’antenna, ricorrendo al Tar e a Consiglio di Stato (e perdendo in entrambe le occasioni) ed emettendo due ulteriori ordinanze di sospensione dei lavori contro le quali la Wind ha, a sua volta, proposto opposizione al Tribunale amministrativo regionale.

Nel frattempo il Comitato civico, che ha ormai raggiunto le 1000 adesioni, dopo l’esposto in Procura e la richiesta di pareri all’Arpacal accoglie con soddisfazione l’ultima ordinanza del Comune, chiedendo che la Wind venga «perseguita penalmente, anche attraverso i tecnici incaricati, per aver perpetrato, con arroganza e spregiudicatezza, un così grave e conclamato abuso edilizio ai danni della comunità di Stefanaconi. Abuso edilizio che il Comune ha denunciato anche alla Procura della Repubblica ed al Prefetto. Il solo fatto – ha detto il presidente dello stesso Comitato Raffaele Arcella – che la Wind, pur in presenza di ben due ordinanze di fermo dei lavori, abbia tentato in maniera circospetta e frettolosa di concludere gli stessi, è la manifestazione più evidente che non si trova da parte della legalità».

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