giovedì,Aprile 18 2024

‘Ndrangheta: operazione “Miletos”, Giuseppe Ventrice lascia il carcere

E’ accusato di concorso nell’omicidio di Angelo Corigliano, ucciso a Mileto il 20 agosto 2013 quale risposta al delitto di Giuseppe Mesiano

‘Ndrangheta: operazione “Miletos”, Giuseppe Ventrice lascia il carcere

Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha sostituito la misura cautelare in carcere con quella degli arresti domiciliari nei confronti di Giuseppe Ventrice, 42 anni, di Mileto, coinvolto nell’operazione antimafia denominata “Miletos” con l’accusa di concorso in omicidio aggravato dalle modalità mafiose ai danni di Antonio Angelo Corigliano, ucciso il 20 agosto 2013 a Mileto. Per il Tribunale del Riesame – in accoglimento dell’appello degli avvocati Michelangelo Miceli e Giancarlo Pittelli – non sussiste alcun pericolo di fuga né di inquinamento probatorio, atteso il già avvenuto rinvio a giudizio di Ventrice. In ordine invece al pericolo di reiterazione della condotta delittuosa, le esigenze cautelari per il Riesame possono essere soddisfatte anche attraverso la detenzione domiciliare a Rende in luogo di quella in carcere.

Già in precedenza il Riesame aveva scarcerato e mandato ai domiciliari Gaetano Elia, perito informatico di Mileto, che dopo la commissione dell’omicidio di Giuseppe Mesiano, ucciso il 18 luglio 2013 nella sua casetta di campagna di località Pigno di Mileto, secondo l’accusa avrebbe di fatto aiutato gli autori dell’omicidio di Antonio Angelo Corigliano (20 agosto 2013) ad eludere le investigazioni asportando le registrazioni contenute nel Dvr dell’impianto di videosorveglianza ubicato presso l’esercizio commerciale di Mileto in via Cultura numero 24 ( di proprietà del genitore di Giuseppe Ventrice e che inquadrava il transito dei soggetti diretti verso la località Pigno presso l’abitazione della vittima). Gaetano Elia e Giuseppe Ventrice sono quindi accusati di aver distrutto i filmati così acquisiti, omettendo di darli ai carabinieri per consegnarli invece ai familiari di Giuseppe Mesiano che avrebbero così programmato la vendetta contro i Corigliano. In ogni caso i giudici sottolineano che tale condotta di Giuseppe Ventrice non è sintomatica di un suo stabile inserimento in contesti delinquenziali “ponendosi Ventrice in occasionale rapporto con soggetti che avevano motivo di rivolgersi a lui per acquisire elementi volti all’individuazione degli autori dell’uccisione di Giuseppe Mesiano”. 

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