martedì,Aprile 23 2024

Sportello antiracket, Di Bella: “È tutto un bluff?”

In una lettera al prefetto, l’ex senatore denuncia il mancato avvio della convenzione tra il Comune e la Camera di commercio a discapito dei cittadini vessati da usura ed estorsioni. «Non vi è traccia di documenti ufficiali, che fine ha fatto la trasparenza?» chiede polemicamente

Sportello antiracket, Di Bella: “È tutto un bluff?”

«Nei giorni scorsi mi sono recato al Valentianum, struttura all’interno della quale avrebbe dovuto essere operativo il sistema di tutela dei cittadini dal racket. Il servizio avrebbe dovuto essere svolto e garantito da personale debitamente istruito e preparato dal Comune di Vibo Valentia, in base all’impegno esplicitamente assunto dal sindaco della città Elio Costa in una riunione tenutasi in prefettura il 18 dicembre 2015».

A parlare è il già senatore Saverio Di Bella. Lo fa in una missiva indirizzata al prefetto di Vibo Valentia Carmelo Casabona. Comunicazione nella quale solleva serie perplessità in ordine al mancato avvio dello sportello a supporto dei cittadini vittime di usura ed estorsioni che avrebbe dovuto essere operativo presso la locale Camera di commercio sulla base di una convenzione stipulata con il Comune di Vibo Valentia e la stessa Prefettura.

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Molte le criticità riscontrate dallo stesso Di Bella, al punto di sollevare seri e circostanziati dubbi sull’effettiva attivazione del servizio. «Il personale de quo – scrive l’interessato – avrebbe dovuto essere distaccato dal Comune al Valentianum. L’associazione che avrebbe dovuto provvedere al servizio è l’associazione antiracket fondata nei primi anni 2000 dall’attuale sindaco Elio Costa e dallo stesso oggi presieduta. Il sindaco – aggiunge Di Bella – sempre nella riunione del 18 dicembre scorso ha dichiarato che il rendiconto relativo al progetto lo “Scrigno di vetro” era pronto. Di questo rendiconto non c’è traccia né sul sito del Comune né sul sito della Prefettura. Sulla richiesta di rendicontazione del progetto – incalza -, la Prefettura non ha fornito alcuna risposta scritta per come reiteratamente richiesto. Non c’è traccia, inoltre, dei rendiconti trimestrali doverosi da parte di chi gestisce il progetto. E non c’è traccia della convenzione con la quale il Comune di Vibo Valentia ha incaricato la Camera di commercio della stessa città di gestire l’ascolto».

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A questo punto «ci si chiede: la Camera di commercio ha una delega da parte del sindaco nel merito della questione? L’impegno diretto del Comune che fine ha fatto? La trasparenza doverosa in ogni caso e soprattutto quando si gestiscono fondi di sicurezza che fine ha fatto sia per quanto attiene al Comune sia per quanto attiene alla Prefettura?»

A parere di Di Bella, poi, «inquieta il risultato di questo modo di procedere e di agire: pochissimi usurati si sono rivolti allo sportello del Valentianum e alla Prefettura. Gli esiti delle loro richieste, sua eccellenza – conclude Di Bella rivolgendosi esplicitamente a Casabona – li può verificare direttamente».

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