giovedì,Aprile 18 2024

Zambrone celebra San Carlo Borromeo

Tra riti e tradizioni secolari il piccolo centro vibonese si appresta a vivere le celebrazioni dedicate al Santo Patrono con intensa partecipazione e devozione

Zambrone celebra San Carlo Borromeo

I primi giorni di Novembre, sono per la comunità di Zambrone, un misto intenso di emozioni. E’ proprio in questi giorni che il caldo piacevole di fine estate ci abbandona ed entra nelle nostre vite (come nei nostri cuori) il primo freddo dell’inverno.

Vedi le donne, la maggior parte anziane, andare per la stradina del cimitero, con fasci di fiori e stracci per pulire i luoghi che custodiscono parte della loro vita, dei loro affetti e, nel tragitto da casa al luogo del dolore, innumerevoli sono i ricordi che vengono alla mente.

Come dei giorni che precedevano la festa del Santo Patrono di Zambrone, San Carlo Borromeo; delle cose che si facevano insieme ai loro cari, la preparazione dei pan di Spagna con glassa e cioccolatini, le piante più belle e curate da dedicare al Santo e, dei cacciatori che preparano la “resta” di uccelli da incantare la sera della festa. Unica nel suo genere in tutta l’Italia. Nata dalla devozione di un cittadino zambronese più di 50 anni fa (lo zio Nino, lo chiamano tutti) che, volle donare agli incanti, ciò che era riuscito a cacciare nei giorni precedenti. La devozione, divenne negli anni, forte tradizione per i molti cacciatori del luogo.

Il giorno della commemorazione dei defunti lascia così un velo di tristezza che dura fino all’uscita del Santo dalla chiesetta in piazza. Qualche lacrima asciugata e poi il volto rivolto ai giovani e ai bambini, estasiati da tutto quello che fa festa.

E Zambrone si riempie dei suoi figli ormai lontani, quelli che si sono trasferiti al nord per lavorare e ritornano col cuore pieno di gioia nel loro paese natio per rivivere quelle antiche emozioni: la premura delle madri nel cucinare piatti prelibati, le bancarelle illuminate la sera della vigilia e della festa, l’incontro con gli amici di sempre in piazza a raccontarsi un anno lontano da Zambrone, la messa, la commemorazione dei caduti in guerra, la processione, la banda, il concerto della sera (quest’anno ad allietare le due serate di festa ci saranno il 3 Novembre i Tarantanova sound e, il 4 Novembre, Paolo Vallesi) e i fuochi che segnano la fine di un sogno rivissuto sempre uguale, ogni anno, come un tempo, anche se cambiano le mode.

Qualcuno manca, la vita scorre, ma la tradizione resta nel cuore e nell’anima degli zambronesi devoti al Santo Patrono e al loro paese. Perché a Zambrone, ciò che lega la comunità, più che in ogni altra cosa e, indistintamente tutti, è la festa di San Carlo: la sua storia di profonda devozione.

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