venerdì,Marzo 29 2024

‘Ndrangheta e appalti, arrestato l’amministratore dell’Ased

È Rosario Azzarà, titolare dell’azienda che gestisce la raccolta a Vibo Valentia, il principale indagato dell’operazione “Ecosistema” che ha portato in carcere 14 persone tra imprenditori, dirigenti pubblici e amministratori locali

‘Ndrangheta e appalti, arrestato l’amministratore dell’Ased

C’è anche Rosario Azzarà, amministratore unico dell’Azienda Servizi Ecologici – Diversi (Ased), operante nel settore dei rifiuti e attuale gestore del servizio di raccolta Rsu a Vibo Valentia, tra le 14 persone arrestate questa mattina nell’ambito dell’operazione “Ecosistema” eseguita dai Carabinieri di Reggio Calabria su ordine della Procura della Repubblica reggina.

I ras dei rifiuti da Siderno a Vibo passando per Melito – VIDEO

Operazione che si è concentrata in particolare nell’area del basso Jonio reggino, a Roma, Ascoli Piceno e in provincia di Urbino. Azzarà è il principale indagato di un’inchiesta che ha portato al fermo di diversi dirigenti pubblici e amministratori locali. In manette è finito anche Carmelo Ciccone, imprenditore attivo nella piana di Gioia Tauro. Agli arresti domiciliari il sindaco di Bova Marina, Vincenzo Crupi, il vicesindaco di Brancaleone, Giuseppe Benavoli, l’assessore al turismo di Brancaleone, Alfredo Zappia, l’ex dirigente sindaco di Melito Porto Salvo, Giuseppe Iaria.

E, ancora, il responsabile dell’ufficio tecnico di Melito Porto Salvo, ingegnere Franco Maisano, e l’ingegnere Carmelo Barbaro, dirigente della Provincia di Reggio Calabria.

Le persone destinatarie del provvedimento cautelare sono ritenute responsabili, a vario titolo, di concorso esterno in associazione di tipo mafioso, turbata libertà degli incanti, violenza privata, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, tutte ipotesi aggravate dall’aver agito con modalità mafiose e per agevolare la cosca di riferimento; falsa testimonianza, corruzione per l’esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, detenzione e porto illegale in luogo pubblico o aperto al pubblico di armi comuni da sparo.

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Le indagini, condotte dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri sotto la direzione della Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, si sviluppano quale approfondimento delle risultanze assunte nell’ambito delle operazioni “Ada” e “Ultima Spiaggia” nei confronti delle articolazioni territoriali della ‘ndrangheta facenti capo alle famiglie “Iamonte” e “Paviglianiti”, operanti nei comuni di Melito di Porto Salvo, San Lorenzo, Bagaladi e Condofuri.

Nel corso delle stesse indagini sono state altresì acquisiti elementi probatori sul conto di imprenditori attivi nel settore della raccolta rifiuti, i quali, forti del sostegno derivante dalla criminalità organizzata locale e avvalendosi della collaborazione di liberi professionisti e della compiacenza di funzionari e amministratori pubblici, hanno condizionato il regolare svolgimento di gare d’appalto in alcuni comuni del basso Jonio reggino, nonché di evidenziare l’influenza della cosca “Paviglianiti” sulle elezioni comunali del 2014 di San Lorenzo.

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