giovedì,Aprile 18 2024

Tangenziale Est di Vibo, ripreso il processo in Tribunale

Resta in piedi il reato di frana colposa dopo la dichiarazione di prescrizione per i reati di falso e frode di cui hanno beneficiato alcuni imputati

Tangenziale Est di Vibo, ripreso il processo in Tribunale

E’ ripreso stamane dinanzi al Tribunale di Vibo Valentia il processo nato dall’operazione denominata “Cassandra” relativa ai lavori, mai ultimati, della Tangenziale Est che nelle intenzioni iniziali avrebbe dovuto collegare lo svincolo autostradale di Sant’Onofrio all’area industriale di località “Aeroporto” e si sono invece interrotti sotto il castello di Vibo ed a ridosso di Stefanaconi. Dopo la prescrizione dei reati di falso ideologico in atti pubblici, frode nelle pubbliche forniture e omesso collocamento di segnali (alla quale nessuno degli imputati per tali contestazioni – Francesco Giuseppe Teti, Leoluca Greco, Iginio Carmine Lista, Rocco Foti – ha rinunciato) dichiarata dal Tribunale alla scorsa udienza del 29 marzo scorso, il processo è quindi ripreso oggi per gli imputati chiamati a rispondere del reato di frana colposa: l’ingegnere Francesco Giuseppe Teti, difeso dall’avvocato Giuseppe Di Renzo, sostituito oggi in udienza dall’avvocato Marianna Zampogna (nella sua qualità di dipendente provinciale e tecnico incaricato della redazione dei progetti relativi alla realizzazione della Tangenziale, nonché responsabile del procedimento e funzionario incaricato della procedura di collaudo); Leoluca Greco, difeso dall’avvocato Giovanni Lacaria (geometra della Provincia, assistente di cantiere, direttore dei lavori per la messa in sicurezza della collina sovrastante la strada e autore del certificato di ultimazione dei lavori (2 aprile 2009); Iginio Carmine Lista, assistito dall’avvocato Sergio Rotundo (geometra che materialmente ha seguito per conto dell’impresa “Lista Appalti” tutti i lavori della Tangenziale); Rocco Foti, difeso dall’avvocato Salvatore Galluzzo (rappresentante della società “Consoter” di Messina, impresa esecutrice dei lavori afferenti la messa in sicurezza della collina sovrastante la Tangenziale); Maria Giovanna Conocchiella, dipendente della Provincia ed incaricata della redazione dei progetti relativi alla realizzazione della Tangenziale, difesa dall’avvocato Donatella Garrì; l’ingegnere Gianfranco Comito, dipendente della Provincia, che risponde in qualità di progettista della Tangenziale ed anche quale responsabile del procedimento dal 3 dicembre 1998 al 19 ottobre 1999, difeso dall’avvocato Bruno Ganino; Ezio Ceravolo, geologo, il quale ha effettuato nel luglio del 2001 lo studio della collina ove insiste la Tangenziale su incarico della società “Lista srl”, difeso dall’avvocato Pasquale Andrizzi. [Continua dopo la pubblicità]

L’ ingresso del Tribunale di Vibo Valentia

Nel corso dell’udienza odierna è stato ascoltato in aula il maresciallo Munafò della Guardia di finanza di Vibo, teste citato dalla Procura. L’investigatore – rispondendo alle domande del pm – ha riferito sulle indagini svolte in relazione all’esame del progetto della Tangenziale Est, spiegando di essersi poi recato sul cantiere constatando di persona che i lavori realmente effettuati non corrispondevano a quanto previsto negli elaborati progettuali. Rispondendo poi alle domande dei difensori degli imputati, il teste ha quindi precisato di non possedere ovviamente le competenze tecniche in relazione alla valutazione dei singoli interventi effettuati in corso d’opera dalla Provincia, ma che comunque il lavoro investigativo dallo stesso effettuato è partito con lo studio del progetto e poi con i sopralluoghi sul cantiere. Prossima udienza per l’escussione di altri testi dell’accusa è prevista per il 25 febbraio 2020. L’investimento della Tangenziale Est ammonta a sette milioni di euro, ma l’opera non è mai stata ultimata con conseguente pericolo di frane. Il rinvio a giudizio degli imputati risale al 2012. L’inchiesta della Guardia di Finanza era stata coordinata dall’allora pm Santi Cutroneo.

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