giovedì,Aprile 18 2024

Narcotraffico: inchiesta “Ossessione”, Kotja lascia i domiciliari

Il Tribunale del Riesame dispone il solo obbligo di firma per la compagna di Salvatore Costantino di Nicotera 

Narcotraffico: inchiesta “Ossessione”, Kotja lascia i domiciliari

Lascia gli arresti domiciliari per il solo obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria per la firma, Elisabeta Kotja, 40 anni, albanese, indagata nell’ambito dell’operazione denominata “Ossessione” contro il narcotraffico internazionale e coordinata dalla Dda di Catanzaro. L’ipotesi accusatoria riguarda le vicende che ruotano intorno al tentativo di importazione dal Marocco di tremila chili di hashish, l’importazione e il sequestro di 429 chili di hashish provenienti dal Marocco via Spagna ed il sequestro di un chilo di cocaina.  Elisabeta Kotja, fidanzata con Salvatore Costantino di Nicotera (indicato come uno dei vertici della presunta associazione), è stata prima raggiunta dal fermo emesso dalla Dda di Catanzaro e cautelata in carcere. In seguito al rinnovo della misura da parte del gip distrettuale Catanzaro, in accoglimento parziale della domanda di riesame, il Tribunale di Catanzaro ha applicato la misura degli arresti domiciliari.

Tale ordinanza è stata oggetto di un recente annullamento da parte del collegio di legittimità, che ha ordinato un nuovo giudizio dinanzi al Tribunale del Riesame di Catanzaro. Nel frattempo, però, su un precedente rigetto da parte del gip, si è ora pronunciato il Tribunale del Riesame che ha accolto le argomentazioni dell’avvocato Giovanni Vecchio disponendo la scarcerazione di Elisabeta Kotja. Per i giudici del Riesame, pur persistendo le esigenze cautelari in ordine al pericolo di recidiva, decorsi sei mesi dall’applicazione della misura cautelare, Kotja ha mostrato adesione alle prescrizioni della misura nonché ha interloquito più volte con l’autorità giudiziaria, sottoponendosi agli interrogatori dinanzi al pubblico ministero. Inoltre, per il Riesame nel caso di specie deve ritenersi preminente “l’interesse dell’appellante al recupero dell’attività lavorativa, potendo in tal senso concedersi credito fiduciario anche in merito al rispetto di misura non custodiale, essendo l’interessata consapevole che l’eventuale violazione della stessa ovvero la ricaduta in comportamenti antisociali comporterebbe il ripristino della misura più grave”. Da qui la scarcerazione, l’accoglimento del ricorso dell’avvocato Giovanni Vecchio e l’obbligo di firma per Elisabeta Kotja a Sesto San Giovanni (Mi).

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