venerdì,Gennaio 24 2025

Scioglimento dei Comuni, l’ex sindaco di Tropea: «L’ingiustizia che ho subito ha salvato Nicotera e Mileto»

Giovanni Macrì è intervenuto a Dentro la notizia su LaC Tv per rimarcare le sue critiche nei confronti della normativa in materia di presunte infiltrazioni mafiose: «Senza contraddittorio impossibile difendersi anche dinanzi a palesi falsità. Dopo quanto accaduto a me il ministero ha voluto vederci chiaro». L'8 gennaio il Tar del Lazio esaminerà il suo ricorso

Scioglimento dei Comuni, l’ex sindaco di Tropea: «L’ingiustizia che ho subito ha salvato Nicotera e Mileto»

Lo scioglimento degli Enti locali per infiltrazione mafiose è stato al centro dell’approfondimento giornalistico Dentro la notizia andato in onda oggi su LaC Tv (rivedi la puntata QUI). Ospite di Pier Paolo Cambareri, l’ex sindaco di Tropea, Giovanni Macrì, colpito da un provvedimento del genere sette mesi addietro.
Quello dello scioglimento dei Comuni per vicinanza alla criminalità è da tempo tema dibattuto e controverso ed in molti invocano una rivisitazione della legge, perché a farne le spese sono gli amministratori, ma «senza alcuna possibilità di difendersi».
Esordisce così, Macrì, sottolineando come abbia «metabolizzato per forza, ma mai accettato» lo scioglimento della sua amministrazione comunale.

Leggi anche ⬇️

Il Tar del Lazio intanto ha ordinato al ministero dell’Interno il deposito delle relazioni integrali (prive di omissis) della Commissione di accesso agli atti e di quella del prefetto di Vibo che hanno portato il 23 aprile allo scioglimento. È stata inoltre fissata per l’8 gennaio 2025 l’udienza per l’esame del ricorso presentato da Macrì insieme all’ex vicesindaco Scalfari e al consigliere Monteleone. 

«Nella legge c’è un vulnus pericolosissimo per uno Stato di diritto»

«Non ho accettato quei fatti – spiega l’ex sindaco a Dentro la Notizia – alla luce delle cose lette nella relazione redatta dalla commissione d’accesso senza gli omissis. Chiarisco subito che non mi scaglio contro le istituzioni, e le difendo da servitore dello Stato nelle quali credo profondamente. Nell’art. 143 del decreto legislativo 18 agosto 2000 c’è un vulnus pericolosissimo per lo stato di diritto, perché non fornisce regole. In questo caso lo Stato gioca a porta libera, senza offrire all’interessato, alla vittima di questa inquisizione, la possibilità di difendersi, spesso da cose che nemmeno conosce».
La mancanza di contraddittorio è quindi la battaglia intrapresa da Giovanni Macrì. «Se nella relazione gli inquisitori sostengono dei fatti facilmente smentibili senza che la controparte possa provare il contrario, quindi dimostrare che quelle cose sono il frutto di un travisamento, una mistificazione o addirittura un falso, lo Stato prende per buono quanto viene sostenuto. Di fronte a fatti gravi – prosegue Macrì – se non vi è contraddittorio lo Stato non può fare altro che prenderne atto. A Tropea è accaduto questo».

Leggi anche ⬇️

«Lo scioglimento è quanto di più brutto possa accadere ad un essere umano»

Appresa la notizia dell’assoluzione, l’ex sindaco di Tropea ha scritto a Marcello Manna, ex primo cittadino di Rende. «Ho manifestato a Manna, persona squisita, la mia vicinanza, ha vissuto un’esperienza simile alla mia prima di me. Lo scioglimento di un’amministrazione comunale è quanto di più brutto possa accadere ad un essere umanoI contorni, i tentativi di annichilirti, senza che ci si possa difendere equivalgono a un’uccisione. Nel caso di Manna molto spesso si confondono i due livelli. Il primo riguarda l’indagine sfociata col procedimento penale in cui Manna si è potuto difendere; il secondo riguarda il procedimento amministrativo di scioglimento per presunte infiltrazioni mafiose, secondo il principio più probabile che non che costringe gli amministratori a difendersi arrampicandosi sugli specchi, brancolando nel buio perché non si conoscono le accuse. Per non dire quanto sia difficile accedere agli atti. Io sono stato tacciato di essere connivente, ma spero che la relazione che mi riguarda venga resa pubblica, perché all’interno sono riportate cose da romanzo kafkiano».
Peraltro, sottolinea ancora Giovanni Macrì, «lo scioglimento di Tropea ha influito in quelli di Mileto e di Nicotera. Al Ministero dell’Interno è, evidentemente, suonato un campanello d’allarme ed hanno voluto vederci chiaro nelle relazioni, bocciando poi le proposte della Prefettura di Vibo Valentia».
Continua a leggere su LaC News24

Articoli correlati

top