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Processo “Acqua sporca” a Vibo, Ottaviani: «Nessun pericolo per la salute»

Per l’ex direttore delle acque interne dell’Istituto Superiore della Sanità non è emersa alcuna criticità per le acque provenienti dall’Alaco

Processo “Acqua sporca” a Vibo, Ottaviani: «Nessun pericolo per la salute»
Massimo Ottaviani

E’ stata la volta di Massimo Ottaviani, dell’Istituto Superiore della Sanità di Roma, nel processo nato dall’inchiesta della Procura di Vibo Valentia denominata “Acqua sporca”. Citato quale consulente e teste della difesa degli imputati, Massimo Ottaviani ha risposto alle domande degli avvocati e poi del pubblico ministero dinanzi al Tribunale collegiale presieduto dal giudice Giulio De Gregorio. “Nel gennaio del 2011 – ha riferito in aula – la Sorical ha chiesto all’Istituto Superiore della Sanità di effettuare delle valutazioni ed esami microbiologici sui parametri dell’acqua proveniente dall’invaso dell’Alaco e che serve anche la città di Vibo. La Sorical ci portò tre campioni di acqua: un campione proveniente dal serbatoio delle Mura greche di Vibo, un secondo dal serbatoio di località Tiro a Segno ed un terzo di acqua grezza proveniente dall’invaso dell’Alaco prima di essere potabilizzata”. Secondo il consulente della difesa, dalle acque in uscita dai due serbatoi di Vibo “non è emerso nulla di rilevanza sanitaria, così come dall’acqua grezza proveniente dall’Alaco”. [Continua dopo la pubblicità]

Dalle analisi dell’Istituto Superiore della Sanità, quindi, le acque “dell’Alaco sono risultate idonee al consumo umano dopo la potabilizzazione. Sorical – ha ricordato Ottaviani – ci chiese inoltre di effettuare delle valutazioni scientifiche sull’acqua dell’Alaco e come Istituto Superiore della Sanità abbiamo dato parere positivo non ravvisando nessun concreto pericolo per la salute della popolazione e nessun presupposto per vietarne l’uso ai fini potabili. E’ emerso solo un lieve superamento del limite riguardo la presenza nell’acqua di ferro e manganese. Ricordo che venne anche allestito all’epoca un “tavolo tecnico” in Prefettura a Vibo Valentia con le autorità locali, la Sorical, l’Arpacal e diversi sindaci”.

Il Tribunale di Vibo Valentia

Ma perché l’acqua a Vibo dai rubinetti delle abitazioni usciva (ed ancora a volte esce) di colore giallo-marrone? Questa la domanda del pubblico ministero rivolta a Massimo Ottaviani. Secondo il consulente della difesa, la “decisione all’epoca del Comune di Vibo di sospendere di notte l’erogazione dell’acqua, per poi rimetterla in circolazione, avrebbe provocato anche la messa in circolazione di residui di terriccio ed elementi contenenti ferro. La presenza di ferro e terriccio – ha riferito Ottaviani – è dovuta a mio avviso alle perdite di acqua molto elevate a Vibo a causa di una rete idrica vecchia e rotta in molti punti”. Rispondendo infine all’avvocato del Codacons, Claudio Cricenti (parte civile nel processo), Ottaviani ha spiegato che i responsabili sanitari che devono prevedere i controlli sull’acqua sono i sindaci e le Aziende sanitarie provinciali.

Da ricordare che l’ufficio di Procura intende dimostrare al Tribunale l’avvelenamento del bacino idrico dell’Alaco, la diga sequestrata nel maggio 2012 e che serve di acqua potabile tutti i comuni della provincia di Vibo e parte dei comuni della fascia jonica delle province di Catanzaro e Reggio Calabria.

I reati ipotizzati. Avvelenamento colposo di acque, inadempimento contrattuale, falso, interruzione di servizio e omissione i reati, a vario titolo, contestati.

Sergio Abramo

Gli imputati sotto processo dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo sono: Sergio Abramo, sindaco di Catanzaro (che risponde quale presidente della Sorical); Giuseppe Camo (Sorical); Maurizio Del Re e Sergio De Marco (Sorical); Giulio Ricciuto (responsabile impianti potabilizzazione); Ernaldo Biondi (Sorical Vibo); Vincenzo Pisani (addetto trattamento acque); Massimiliano Fortuna; Pietro Lagadari; Domenico Lagadari; Fabio Pisani (responsabile pro tempore ufficio tecnico Comune Serra San Bruno); Roberto Camillen (responsabile pro tempore del settore manutentivo Comune Serra); Francesco Catricalà (dirigente Asp Soverato); Fortunato Carnovale (dirigente Asp Vibo); Rosanna Maida (dirigente prevenzione salute Area-Lea); Domenico Criniti, ex sindaco di Santa Caterina dello Ionio.

Le parti civili. Comitato civico Pro Serre (avvocato Angelo Calzone), Legambiente (avvocato Ambrosio), Codacons Calabria e Articolo 32 (avvocato Claudio Cricenti), Adoc Vibo Valentia (avvocato Paolo Fuduli).

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