giovedì,Aprile 25 2024

Sacerdoti nel mirino, squarciati gli pneumatici dell’auto del viceparroco di San Gregorio

Nuovo episodio dopo l’incendio della macchina di don Francesco Galloro a Vallelonga. La condanna del vescovo di Mileto Luigi Renzo

Sacerdoti nel mirino, squarciati gli pneumatici dell’auto del viceparroco di San Gregorio

«Avendo avuto notizia di due incresciosi episodi vandalici compiuti quasi in contemporanea ai danni di don Francesco Galloro, parroco di Vallelonga, a cui è stata incendiata l’autovettura, e di don Bruno Rizzuto, vicario parrocchiale di San Gregorio d’Ippona, la cui autovettura è stata danneggiata col taglio degli pneumatici, il vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea monsignor Luigi Renzo, unitamente al presbiterio ed alla Comunità diocesana intera, rinnovano ai due sacerdoti piena ed affettuosa vicinanza e solidarietà per quanto hanno subito». E’ quanto riferisce in una nota la diocesi di Mileto in ordine ai danneggiamenti subiti nei giorni scorsi da due sacerdoti vibonesi. «Il vescovo – prosegue la nota – ribadisce la più ferma riprovazione e condanna per questi gesti di irrazionale violenza, volti ad offendere non solo le persone coinvolte ma il pacifico e sereno convivere civile delle popolazioni delle due comunità, calpestate nel loro stesso impegno di civiltà. Mani che operano senza volto sono espressione di disumanità e di vigliaccheria inaudita ed inaccettabile in una società che cerca in tutti i modi di riemergere dalle situazioni di sofferenza, in cui è costretta da chi cerca con l’uso della violenza solo l’affermazione malata di sé, a prescindere da ogni contesto di civile e rispettosa convivenza. Nell’estendere la solidarietà anche alle Comunità ecclesiali coinvolte, il vescovo in particolare esprime il suo ringraziamento ai fedeli di Vallelonga e di San Gregorio d’Ippona, che hanno generosamente e pubblicamente dimostrato benevolenza e vicinanza ai propri sacerdoti, ed invita a pregare e a non desistere dall’impegno di testimonianza e di evangelizzazione, uniche vie capaci di sconfiggere il male, che non appartiene e non può assolutamente appartenere alla sana società del territorio vibonese».

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