venerdì,Marzo 29 2024

Sparò all’indirizzo di due fratelli a San Gregorio, arrestato 46enne

I carabinieri hanno chiuso il cerchio in poco tempo sul tentato omicidio ai danni dei fratelli Egidio e Domenico Grande avvenuto nei giorni scorsi in pieno centro abitato. Il responsabile tradotto in carcere a Vibo

Sparò all’indirizzo di due fratelli a San Gregorio, arrestato 46enne

È stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia, con l’accusa di duplice tentato omicidio Francesco Gasparro, 46 anni, di San Gregorio d’Ippona. Sarebbe stato lui a esplodere alcuni colpi di pistola, intorno alle 17 del 15 febbraio in pieno centro abitato, all’indirizzo dei fratelli Egidio e Domenico Grande.

A riferirlo è il Quotidiano del Sud. L’indagine, chiusa in tempi brevissimi dai carabinieri coordinati dal capitano Piermarco Borettaz e dal maresciallo Fabio Salvatore, ha permesso di risalire al responsabile ora accusato, oltre che di tentato omicidio, anche di porto d’armi in luogo pubblico e danneggiamento. L’arrestato, difeso dall’avvocato Giuseppe Di Renzo, è stato poi condotto nella casa circondariale di Vibo Valentia.

Auto crivellate da colpi di pistola a San Gregorio, continuano le indagini dei carabinieri

Sono stati proprio i due fratelli presi di mira da Gasparro, a fornire elementi utili alle indagini che, come detto, si è risolta nel giro di pochi giorni. Gasparro avrebbe aperto dapprima il fuoco contro Domenico Grande, che si trovava a bordo della sua auto. L’uomo, scampato all’agguato e datosi alla fuga, era poi riuscito a raggiungere la sua abitazione dove ha appreso dalla sua compagna che Gasparro aveva esplodo colpi di pistola anche contro la sua vettura e contro quella del cognato Egidio, fratello di Domenico Grande.

Anche Egidio Grande si trovava a bordo della sua auto quando ha assistito al danneggiamento della macchina della cognata e si è visto poi puntare addosso l’arma ed esplodere contro alcuni colpi. L’uomo, riconoscendo in Gasparro l’attentatore, si è a sua volta dato alla fuga recandosi dai carabinieri.

La sua testimonianza si è dunque rivelata fondamentale per risalire al responsabile. Un contributo alle indagini è arrivato anche dalle telecamere di sorveglianza, mentre resta ancora da trovare l’arma utilizzata.

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