Cadono calcinacci, Palazzo Gagliardi – De Riso interamente transennato. Barbuto (ex Vibo Sviluppo): «La Provincia spenda i soldi che ci sono». L’Andolina: «Non sa che dice»
Negli anni l'edificio storico ha subito un progressivo deterioramento aggravato da infiltrazioni e mancanza di manutenzione. L’ente sovracomunale assicura che è in corso l’attuazione di un nuovo piano di recupero ma non con i fondi stanziati a suo tempo
Palazzo Gagliardi – De Riso, il monumentale edificio nel cuore del centro storico di Vibo, torna a far parlare di sé, complice il recente distacco di calcinacci dalla facciata, in un’area frequentata ogni giorno da pedoni e automobilisti. L’episodio, l’ennesimo, ha riacceso l’attenzione su una struttura che da anni versa in uno stato di abbandono, dentro e fuori.
L’edificio ha subìto nel tempo un deterioramento progressivo. Infiltrazioni, affreschi danneggiati, decorazioni compromesse. Tutto segnala una trascuratezza sedimentata negli anni. Ma non sono mancate, nel frattempo, proposte e finanziamenti per rimettere in piedi lo storico immobile.
Ed è proprio su questo punto che la vicenda si biforca. Da un lato, la società Vibo Sviluppo – all’epoca guidata da Pasquale Barbuto – era riuscita a ottenere due finanziamenti destinati al rifacimento integrale del palazzo. Fondi già depositati, sottolinea Barbuto: «Il ministero aveva stanziato 6 milioni di euro per vari interventi tra cui circa un milione era destinato a Palazzo De Riso – Gagliardi. Un altro finanziamento lo avevamo ottenuto precedentemente ed ora entrambi sono in due conti distinti, aspettano solo di essere spesi. Allo stato attuale basterebbe solo avviare i lavori dato che i progetti ci sono».
La società oggi è in liquidazione, ma per l’ex presidente questo non rappresenta un ostacolo: «È un fattore irrilevante dato che quei soldi sono lì per la ripresa e il restauro dell’immobile, oggi si dispone di un finanziamento per il piano terra ed un altro per il piano nobile (primo ed unico piano, ndr) che se non verranno spesi torneranno al Ministero perdendo, così un’altra occasione».
Dall’altro lato, però, arriva il punto di vista della Provincia. E l’aria che tira è ben diversa. Il presidente Corrado L’Andolina frena: quei fondi, secondo lui, non sono utilizzabili. «I soldi di cui parla Barbuto non possono essere impiegati dall’ente provinciale, in quanto Vibo Sviluppo è in liquidazione».
Il presidente, tuttavia, non si ferma qui. Annuncia un altro progetto già in atto. «Stiamo procedendo con l’attuazione di un progetto – afferma L’Andolina – che è stato già finanziato e che è in stato di lavorazione, ora attendiamo i fondi per procedere all’avvio e svolgimento dei lavori che coprirebbero l’intero recupero strutturale del palazzo, comprendendo anche l’adeguamento antisismico ed il rifacimento degli infissi e dovremmo rientrare anche per il recupero degli aspetti decorativi interni danneggiati».
Un impegno che, promette il presidente, non è isolato: «È un lavoro in cui sono coinvolti anche altri enti istituzionali, l’interesse c’è ed anche da più parti, quindi dal nostro canto ci stiamo muovendo. L’obiettivo una volta restaurato sarebbe quello di farlo diventare in parte un polo museale ed in parte sede di una facoltà universitaria legata ad uno degli atenei calabresi».
Nel frattempo, però, resta l’urgenza. Quella più concreta e visibile: la caduta di calcinacci. Su questo fronte, L’Andolina rassicura: «Procederemo con la picconatura delle zone interessate della facciata per mettere, almeno momentaneamente, in sicurezza la struttura e l’area sottostante. È un’operazione che svolgeremo con le risorse di bilancio di cui la Provincia dispone».