Mare sporco, sopralluogo della Regione a Pizzo dopo gli scarichi abusivi segnalati dal drone radar. Ma la ruspa non trova nulla
L’assessore all’Ambiente Giovanni Calabrese insieme ai dirigenti regionali sulla spiaggia in zona Colamaio. Un mezzo meccanico ha scavato nella sabbia per raggiungere la tubatura sospetta, ma almeno per ora non è emerso niente di significativo
Foto di gruppo su una spiaggia di Pizzo (in zona Colamaio) per l’assessore all’Ambiente Giovanni Calabrese. L’esponente della giunta Occhiuto, insieme ai dirigenti del dipartimento e dell’Arpacal, pubblica sui social il resoconto di un sopralluogo effettuato nel Vibonese. Volti sorridenti, parole rassicuranti e una ruspa che scava alla ricerca di uno scarico abusivo. È lo stesso assessore regionale che lo precisa: verifica di alcune anomalie segnalate dalla sonda Sars. Si tratta del super drone della Regione, capace di scansioni radar del sottosuolo, che ha recentemente scoperto 7 condotte che scaricano direttamente a mare lungo il litorale tra Pizzo e Lamezia. Due le “anomalie” riscontrate a Pizzo dalla sonda Sars, spiega il dirigente del Dipartimento Ambiente, Domenico Pallaria, contattato da Il Vibonese. «Abbiamo scavato ma per ora non è emerso nulla di particolare – riferisce -. L’indagine però non è finita, continueremo a cercare. Certo, appare strano che le due condotte siano state individuate in una zona scarsamente antropizzata. Alle spalle di quel tratto di spiaggia, infatti, non ci sono particolari insediamenti, ma noi andremo avanti».
Dal canto suo, l’assessore Calabrese conferma sempre a Il Vibonese che per ora non è stato trovato nulla: «Si tratta di un progetto sperimentale, che rientra in un più ampio ventaglio di azioni che stiamo mettendo in campo per la lotta all’inquinamento e la salvaguardia della risorsa marina. Continueremo a cercare».
Più entusiastico, invece, il messaggio che affida ai social: «L’estate è iniziata – scrive Calabrese su Facebook – e il nostro impegno continua a tutela del nostro mare. Dopo mesi di incessante lavoro di prevenzione, osservazione, tutela delle acque e un impegno costante che comprende attività di monitoraggio e interventi specifici, continuiamo a vigilare e proteggere il nostro mare».
«I dati di quest’anno sono molto incoraggianti», sottolinea Calabrese, snocciolando le sempre ottimistiche rilevazioni dell’Arpacal: «Un aumento rispetto all’anno precedente di + 23 acque “eccellenti”, con una percentuale di crescita che raggiunge il 93% (+ 2%)».
«Questo non ci fa abbassare la guardia – continua – e i controlli quotidiani, svolti da personale qualificato sono fondamentali per garantire che il mare rimanga un patrimonio sano e sicuro per tutti». Poi, una sfilza di ringraziamenti a: Calabria Verde, Dipartimento Ambiente e Dipartimento Forestazione, Arpacal e Protezione Civile, Capitaneria di Porto.
«Con il presidente Roberto Occhiuto, il Governo regionale e il Dipartimento Ambiente – conclude Calabrese – continuiamo a lavorare con azioni di monitoraggio, prevenzione, sensibilizzazione e interventi sugli impianti di depurazione. La tutela del mare e della natura è una responsabilità di tutti noi: dobbiamo continuare a collaborare e a controllare. Tuteliamo la natura, proteggiamo il mare, amiamo la nostra bella Calabria, amiamo noi stessi e la nostra salute».
Tante belle parole che stridono però con la disastrosa situazione che sin dall’inizio di giugno sta caratterizzando la balneazione nel Vibonese: mare verde, liquami fognari, spazzatura che galleggia e spiagge sporche. Meno selfie e più fatti, dovrebbe essere questo l’imperativo per una Regione che pare ricordarsi davvero del mare soltanto quando i primi ombrelloni si aprono su arenili che, anno dopo anno, appaiono sempre più assediati dall’inquinamento.