giovedì,Marzo 28 2024

Inchiesta Rinascita, il sindaco di Zungri Franco Galati replica alle accuse

La Dda di Catanzaro ed i carabinieri accendono i "riflettori" sui collegamenti del clan Accorinti con la pubblica amministrazione

Inchiesta Rinascita, il sindaco di Zungri Franco Galati replica alle accuse
Il Municipio di Zungri

Dal sindaco di Zungri, Francesco Galati, in relazione all’articolo “Rinascita: i legami fra il Comune di Zungri ed il clan Accorinti” riceviamo e integralmente pubblichiamo:

“Apprendiamo con stupore dalla stampa locale che fra le carte della recente operazione Rinascita Scott viene riportata un’ipotesi di collegamenti fra l’amministrazione comunale di Zungri e la criminalità organizzata. Va in primis sottolineato come il sottoscritto in qualità di sindaco e l’amministrazione comunale, abbiano operato sempre in piena autonomia e libertà, mai assoggettandosi a chicchessia tanto più a richieste illecite provenienti da persone ritenute in odore di mafia, pertanto non si comprendono le motivazioni del sostantivo “sudditanza” riportato nell’articolo di stampa che riporta la notizia. Siamo sempre stati liberi, tutte persone per bene i consiglieri comunali che si sono succeduti alla guida dell’amministrazione comunale, la comunità zungrese ne ha riconosciuto l’onestà intellettuale e morale in più occasioni. [Continua dopo la pubblicità]

Al di là delle specifiche situazioni riportate alle quali siamo pronti con documenti alla mano, a dare le necessarie risposte e spiegazioni nelle sedi opportune, per ribadire la totale correttezza dell’operato dell’amministrazione comunale di Zungri, la quale ha sempre rispettato il principio di legalità e di trasparenza, non è possibile non evidenziare come quanto riportato nell’articolo giornalistico sia basato essenzialmente su una denuncia (quella del signor Nazzareno Ostone) e atti d’indagine che mostrano una visione parziale dei fatti e che non tengono conto, invece, delle effettive procedure amministrative avviate e portate a termine dal Comune di Zungri.

Va in quest’ottica segnalato che in tutti i campi di gestione amministrativa, dall’erogazione dei servizi comunali, agli appalti pubblici l’operato dell’amministrazione è sempre stato rispettoso delle procedure e delle leggi. L’amministrazione comunale ha sottoscritto e sempre attuato il Protocollo di legalità con la Prefettura di Vibo Valentia, tutti gli appalti e gli affidamenti di lavori a soggetti esterni sono stati eseguiti con regolare gara di appalto e previa richiesta, con successivo rilascio, ad opera del ministero dell’Interno (Banca dati nazionale unica delle Certificazioni antimafia) delle relative certificazioni antimafia, di cui sono forniti tutti gli operatori economici (compresa l’attuale ditta Crudo Antonio che e subentrata alla ditta Ostone) che hanno rapporti di lavoro con il Comune di Zungri e che sono riportate agli atti dei procedimenti di affidamento dei lavori.

In via preventiva l’amministrazione comunale di Zungri, così come dispone la normativa vigente, ha sempre controllato che gli operatori economici con rapporti di lavoro con l’ente comunale risultino registrati sulla piattaforma della Prefettura per la cosiddetta White List, la cui registrazione viene consentita soltanto agli operatori economici che non risultano soggetti ad infiltrazione mafiosa. [Continua dopo la pubblicità]

Il sindaco di Zungri Francesco Galati

E’ necessario portare a conoscenza, per meglio comprendere i fatti, che il denunciante, Nazzareno Ostone, incaricato della manutenzione della pubblica illuminazione, deceduto nel 2018, pretendeva, dal Comune di Zungri il pagamento di circa 30.000 euro di lavori non bene precisati, sconosciuti nelle quantità e nelle modalità di affidamento, eseguiti, lo scrive lui stesso, durante le precedenti amministrazioni, senza alcuna determina o incarico, quindi prima che l’amministrazione Galati entrasse in carica, con la minaccia che se non avessimo ottemperato si sarebbe rivolto alla Procura antimafia e alla Corte dei conti per denunciare l’amministrazione.

Siccome abbiamo sempre avuto la coscienza pulita abbiamo invitato il signor Ostone Nazzareno a fare ciò che riteneva più opportuno, ma che certamente non avremmo ceduto al ricatto di effettuare pagamenti senza la necessaria documentazione che ne attestasse l’incarico, le quantità e soprattutto la regolare esecuzione.

A seguito di questo nostro rifiuto a pagare, la ditta Ostone Giuseppe subentrato al padre ha lasciato liberamente l’incarico e non ha più partecipato alla relativa gara di appalto che è sempre stata fatta con la modalità della procedura aperta, quindi libera per tutti di partecipare senza la necessità di invito alcuno. Per ciò che attiene ai servizi comunali a domanda individuale, fra i quali servizio scuolabus e servizio refezione scolastica, risulta agli atti presso gli uffici comunali competenti, che tutti i fruitori e richiedenti di detti servizi hanno regolarmente versato, nei periodi di loro uso e necessità i relativi canoni.

Infine appaiono incomprensibili i riferimenti e le affermazioni sulle luminarie delle feste del paese che sono di competenza dei comitati festa che ogni anno si formano per l’occasione e che nulla hanno a che fare con l’amministrazione comunale, dette luminarie sono (lo sanno tutti gli zungresi) pagati da sempre per tradizione con i soldi delle offerte dalla comunità ai vari comitati festa, quindi sono pagati con i soldi della popolazione. Le luminarie natalizie sono pagati con i fondi comunali, e ciò è facilmente riscontrabile.

Per quanto attiene agli allacci abusivi alla rete di pubblica illuminazione va evidenziato che in un solo caso (Raffa Vittorio) dove i Carabinieri e l’Enel hanno riscontrato l’allaccio di una lampadina interna ad un garage l’amministrazione comunale ha provveduto a denunciare l’abuso con riserva di costituzione di parte civile per il risarcimento del danno, non abbiamo guardato in faccia nessuno. Per il resto si tratta (caso Mamone Rocco) di due lampioni della pubblica illuminazione risalenti agli anni 1980-2000 quindi esistenti da sempre che illuminano la via di accesso all’abitazione del signor Mamone Rocco cosi come in tanti altri casi noti sempre risalenti agli anni 1980-2000 e non a questa amministrazione. Continuiamo comunque con serenità ad operare per la nostra comunità con la consapevolezza di aver sempre rispettato i principi di buona amministrazione, trasparenza e legalità. Rimaniamo a disposizione delle autorità, in primis il signor prefetto, per ogni eventuale chiarimento ritenuto necessario“.

Sin qui la replica del sindaco di Zungri al nostro articolo. Per parte nostra preme solo evidenziare che il termine “sudditanza” del sindaco Francesco Galati da noi adoperato è stato usato testualmente dalla Dda di Catanzaro, guidata dal procuratore Gratteri, per intitolare proprio l’apposito capitolo dedicato ai collegamenti (anche questa è una parola degli inquirenti) fra il Comune di Zungri ed il clan guidato dal boss Giuseppe Accorinti. Per il resto il primo cittadino sarà libero di decidere tempi e modi per fornire le sue spiegazioni – oltre che sulla stampa come già fatto – anche agli inquirenti (in questo caso Procura distrettuale di Catanzaro e carabinieri del Ros e del Nucleo Operativo ed Investigativo di Vibo Valentia).

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