martedì,Luglio 8 2025

Nessun malore, i primi esiti dell’autopsia sul pescatore di Briatico morto nel Cosentino escludono il decesso per cause naturali

La Procura di Castrovillari indaga per omicidio in merito al caso del 59enne Francesco Vatano. Sequestrato il peschereccio su cui viaggiava al momento della tragedia

Nessun malore, i primi esiti dell’autopsia sul pescatore di Briatico morto nel Cosentino escludono il decesso per cause naturali
Francesco Vatano

Bisognerà attendere sessanta giorni per capire com’è morto Francesco Vatano, il pescatore di Briatico che, alla soglia dei 59 anni, è deceduto cinque giorni fa al largo delle coste di Amendolara mentre si trovava a bordo di un peschereccio al cui equipaggio si era aggregato di recente. Due mesi, infatti, è il tempo richiesto dal medico legale Biagio Solarino per presentare la sua perizia dopo che, su mandato della Procura di Castrovillari, ha eseguito oggi l’autopsia.

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I primi esiti dell’autopsia

Pare che lo specialista, in via preliminare, abbia escluso un decesso avvenuto per cause naturali. Nessun infarto, nessun ictus. Le cause della morte andrebbero ricercate altrove. Al momento, si sa che Vatano è caduto in mare e che all’arrivo dei soccorsi, ogni tentativo di rianimarlo è risultato vano. Decisive, per fare chiarezza, potrebbero essere le testimonianze dei colleghi, ma quelle, al momento, sono coperte dal segreto istruttorio imposto dalla Procura di Castrovillari. Il fascicolo è aperto contro ignoti, ma con una notizia di reato decisamente scioccante: omicidio volontario. Anche in questo caso, i sospetti che hanno portato a formulare questa ipotesi sono noti solo a chi indaga.

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Possibile incidente sul lavoro?

L’unica certezza, al momento, è che l’imbarcazione su cui navigava la vittima, un peschereccio di 18 metri, è stata posta sequestro e si trova attualmente ormeggiato nel porto di Corigliano Rossano. Gli investigatori hanno acquisito anche gli effetti personali della vittima, un salvagente che si presume indossasse nel suo ultimo giorno di vita, e poi degli spezzoni di fune e poi l’anello di una catena a maglia genovese, ossidato e malconcio al punto da essersi distaccato. Quella cima e la catena c’entrano qualcosa con la tragedia avvenuta giovedì scorso? È ancora troppo presto per dirlo, ma a prima vista, almeno, sembrano indizi che rimandano al più a un tragico incidente sul lavoro. Alle operazioni peritali hanno preso parte anche i consulenti tecnici dei familiari della vittima, nominati per il tramite dei loro avvocati Valeria Primerano, Chiara Penna e Giuseppe Mario Aloi.

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