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La storia di Maria Francesca, 200 chili e un sogno: «Andare al mare…». E chiede aiuto: «Non sono un fenomeno da baraccone, ma ormai vivo a letto» – VIDEO

La 60enne di Pizzo, a causa delle sue condizioni, è costretta a rimanere in casa dove trascorre gran parte delle sue giornate. L'assiste amorevolmente il marito, malato oncologico: «Era riuscita a dimagrire ma il Covid l’ha fatta ripiombare nel bisogno di cibo»

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La sua invalidità è evidente come la sua sofferenza, causata da un corpo che pesa oltre 200 chili. Maria Francesca Barbieri, 60 anni, di Pizzo, ormai è costretta a rimanere a letto per gran parte del suo tempo, che è fatto di giornate tutte uguali durante le quali la sua salute continua a peggiorare. Poche settimane fa è finita in ospedale per uno scompenso cardiaco legato proprio alla sua obesità. «I sanitari dell’ospedale Jazzolino mi hanno salvato la vita», dice con riconoscenza. Una crisi superata, ma i problemi restano tutti. E ora Maria Francesca ha bisogno di aiuto. Ha bisogno di un letto speciale e una sedia a rotelle elettrica, ma soprattutto di uno specialista in grado di aiutarla a dimagrire.

«C’era riuscita – dice il marito – ma poi il Covid l’ha rifatta piombare nel baratro del bisogno incontrollato di cibo che l’ha portata a pesare più di due quintali». La profonda fede e l’amore per suo figlio e suo marito le danno la forza per lottare. Ma sola non ce la può fare. Lo sanno bene gli amici che hanno contattato la nostra redazione per aiutare la donna, dipendente comunale di Pizzo. Quel lavoro che a fatica riesce a mantenere «spostarmi nelle mie condizioni non è facile», confessa. Maria ci accoglie nella sua casa al piano terra: «Benvenuti nella mia piccola dimora», dice invitandoci ad entrare nella camera da letto dove trascorre le sue giornate.

Accanto a lei c’è il marito che non la lascia mai sola e che la segue nelle terapie. La loro è una casa piccola ma ha tutto ciò che occorre. Un alloggio popolare nello storico quarterie San Sebastiano a Pizzo acquistato con sacrifici «A 100 euro al mese», dice con orgoglio. Il letto è sorretto da quattro mattoni. «Ne ho sfondati diversi a causa del mio peso», si giustifica. Servirebbe una rete su misura, ma il costo è eccessivo per la donna. Che ha bisogno pure di una carrozzella elettrica per spostarsi senza l’aiuto di suo marito, malato oncologico: «Ho una classica sedia a rotelle, ma mio marito non ce la fa più a spostarmi».

Si zittisce, volge lo sguardo al di là della porta. Ci indica la cucina. «Abbiamo la fogna in casa…», c’è una tubazione rotta che passa proprio sotto alla finestra della cucina. «Abbiamo chiesto sia all’Aterp che al Comune ma niente», dice sconsolato il marito. Una puzza così forte da costringerli a tenere la finestra chiusa. «Questa casa era una bomboniere fino a 10 anni fa», aggiunge lei.

Ex vigilessa del Comune di Pizzo, poi all’ufficio anagrafe. Ora non ce la fa più. In congedo straordinario, ha un impiego per 20 ore settimanali per 900 euro al mese e una rata da 300 euro per un prestito per le cure mediche. Vorrebbe dimagrire per potere tornare alla normalità. Al suo lavoro. «Non sono un fenomeno da baraccone come qualcuno mi ha definito», dice amareggiata. «Un paese civile si riconosce da come tratta i più deboli». E lei oggi si sente debole. Ha gli occhi lucidi. Le chiediamo qual è il suo sogno. Risponde senza esitare: «Alzarmi dal letto, fare un bagno a mare, ma non ho nessuno che mi porta perché da solo mio marito non ce la fa a trasportarmi».

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