giovedì,Marzo 28 2024

‘Ndrangheta: Tribunale Vibo rigetta sorveglianza speciale per Lello Fiumara

Per il 67enne di Francavilla Angitola la Dda di Catanzaro su proposta della Questura aveva chiesto la misura di prevenzione per la durata di 4 anni

‘Ndrangheta: Tribunale Vibo rigetta sorveglianza speciale per Lello Fiumara

Il Tribunale di Vibo Valentia – Sezione Misure di prevenzione di Vibo Valentia (Vincenza Papagno, presidente, componenti Adriano Cantilena e Graziamaria Monaco) ha rigettato oggi la proposta avanzata dal questore, e sostenuta in udienza dalla Dda di Catanzaro, di sottoporre alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per quattro anni, Raffaele Fiumara, 67 anni, detto Lello, ritenuto elemento apicale dell’omonimo clan di Francavilla Agitola, operante anche nel territorio di Pizzo Calabro.

Raffaele Fiumara (in foto) era stato ultimamente tratto in arresto nell’ambito dell’operazione denominata “Neverending” condotta dalla Procura distrettuale antimafia di Catanzaro e condannato in primo grado a 4 anni dal Tribunale di Vibo Valentia per induzione ala falsa testimonianza, con l’aggravante dall’agevolazione mafiosa in favore di Mancuso Pantaleone detto “Scarpuni”, boss di Limbadi e Nicotera Marina. La Corte d’Appello di Catanzaro nel dicembre 2016 ha però assolto entrambi gli imputati (Fiumara difeso dall’avvocato Diego Brancia e Mancuso difeso dall’avvocato Francesco Calabrese) dal tentativo di indurre con violenza e minaccia a ritrattare le accuse mosse a Pantaleone Mancuso dai fratelli Vincenzo e Giampiero Ceravolo, entrambi imprenditori ittici. Fatti aggravati dall’agevolazione mafiosa.

La proposta di sottoposizione alla misura personale per Raffaele Fiumara, per la durata di anni quattro, oltre a fondarsi sulla pericolosità derivante dalle frequentazioni e dai fatti del procedimento penale da cui è stato assolto, traeva spunto pure da quanto desumibile dai precedenti penali dello stesso Fiumara, giudicato anche nel processo nato dalla storica operazione “Pizza Connection” che l’ha visto condannato per traffico internazionale di sostanze stupefacenti messo in piedi fra Italia e Usa insieme agli esponenti del clan Gambino di Jhon Gotti operante a New York.

Articoli correlati

top