venerdì,Aprile 19 2024

Armi in casa a Nicotera, condannato il cognato del boss Antonio Mancuso

Il processo si è celebrato con rito abbreviato che è valso all’imputato uno sconto di pena pari ad un terzo

Armi in casa a Nicotera, condannato il cognato del boss Antonio Mancuso
Giuseppe Cicerone

Due anni e 6 mesi con le attenuanti generiche in luogo della richiesta di pena del pm a tre anni e 4 mesi di reclusione. Questa la sentenza con rito abbreviato del gup del Tribunale di Vibo Valentia nei confronti di Giuseppe Cicerone, 88 anni, di Nicotera, cognato del boss della ‘ndrangheta Antonio Mancuso. Al di là delle attenuanti generiche, il giudice ha dunque condiviso l’impianto accusatorio del pm Concettina Iannazzo. La scelta dell’imputato di essere processato con il rito abbreviato gli è valso uno sconto di pena pari ad un terzo. Al termine di una perquisizione domiciliare, i carabinieri avevano trovato dentro la casa dei fratelli Giuseppe e Domenico Cicerone (quest’ultimo è sotto processo con il rito ordinario) una pistola calibro 9 con il colpo in canna ed un caricatore con cinque proiettili, più 13 colpi di pistola, due coltelli a serramanico, un coltello artigianale con lama seghettata. La scoperta era avvenuta nel rione Borgo di Nicotera a seguito di un mirato servizio svolto dalle due Stazioni di Nicotera, sotto le direttive della Compagnia di Tropea. Da tenere inoltre presente che dall’esame su una pistola sequestrata, i carabinieri del Ris di Messina sono riusciti a capire che si trattava della stessa arma che aveva aperto il fuoco il 17 agosto 2018 contro un turista in vacanza a Nicotera. Da qui l’ulteriore accusa di tentato omicidio nei confronti di Giuseppe Cicerone, difeso dall’avvocato Francesco Capria, che viene però contestata con altro procedimento penale giunto alla fase dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari.

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